(11 dicembre 2020) Il PNAF 2019 (delibera n. 39/19/CONS Agcom) definisce la pianificazione delle frequenze per il servizio televisivo digitale terrestre su reti in standard Dvbt-2 HEVC. Su una rete di primo livello, trovano spazio circa 37 canali trasmessi in SD (con una capacità trasmissiva di 1 Mbit/s) ovvero circa 15 in HD (con una capacità trasmissiva di 2,5 Mbit/s).
A partire dal 1° settembre 2021, le tv locali (a cominciare dal Nord Italia) dovranno iniziare a dismettere le proprie frequenze e dovranno proseguire la propria attività, laddove siano utilmente collocate nelle graduatorie relative alla selezione dei nuovi Fsma e qualora siano destinatarie di nuova numerazione Lcn acquistando capacità trasmissiva dai nuovi operatori di rete assegnatari dei diritti di uso delle frequenze nelle aree tecniche ove ogni tv locale sarà legittimata a proseguire l’attività.
Considerando lo sviluppo nella diffusione di ricevitori e decoder di nuova generazione presso le famiglie italiane, è evidente che a tale data del 1° settembre 2021, la maggior dell’utenza non sarà ancora dotata di ricevitori (tv o decoder) Dvbt-2 con codifica HEVC e conseguentemente si renderà necessario trasmettere in Dvb-t con codifica Mpeg-4.
In relazione a ciò, occorre che le nuove graduatorie dei Fsma vengano fatte considerando la codifica Mpeg-4 in Dvb-t (un mux statistico Dvb-t in Mpeg-4, su una rete di 1° livello, è in grado di veicolare 18 programmi in SD, che diventano circa la metà su una rete di 2° livello).
In tal modo, le tv locali potranno continuare, nel periodo tra settembre 2021 e giugno 2022, ad essere ricevute dalla totalità dell’utenza, al pari delle tv nazionali.
A parere di Aeranti-Corallo, la migrazione al Dvbt- 2 con codifica HEVC deve avvenire, infatti, simultaneamente per tutti i Fsma nazionali e locali. (FC)