Testo della relazione annuale sullo stato dell’emittenza locale dell’Avv. Marco Rossignoli, presidente AERANTI e coordinatore AERANTI-CORALLO, al Convegno di apertura del RADIOTV FORUM 2013 di AERANTI-CORALLO del 28 maggio 2013

RADIOTV FORUM 2013

di AERANTI-CORALLO

RELAZIONE ANNUALE
SULLO STATO DELL’EMITTENZA LOCALE
DELL’AVV. MARCO ROSSIGNOLI
COORDINATORE AERANTI-CORALLO
E PRESIDENTE AERANTI

ROMA – 28 e 29 maggio 2013

Introduzione
Siamo giunti alla ottava edizione annuale del Radiotv Forum di Aeranti-Corallo.
Il Radiotv Forum rappresenta, ormai, un consolidato punto di riferimento, nel quale gli operatori radiofonici e televisivi possono confrontarsi sui temi di attualità del comparto e, allo stesso tempo, possono approfondire la conoscenza delle novità dell’industria e dei servizi per l’attività delle proprie imprese.
In questa ottava edizione il numero degli espositori è ulteriormente aumentato e, in particolare, negli oltre settanta stand allestiti nell’area expo, vengono presentati prodotti e servizi per le imprese televisive e radiofoniche, terrestri, satellitari e via web, nonché prodotti e servizi per la ripresa, la produzione, la post-produzione e l’automazione dei programmi.
Il Radiotv Forum prevede, oltre agli appuntamenti istituzionali, numerosi seminari e workshop finalizzati all’approfondimento di temi, tecnici, normativi e giuridici di interesse del comparto.
L’edizione 2013 del Radiotv Forum si svolge in un momento particolarmente delicato e, allo stesso tempo, decisivo, per il futuro del settore.
Tutto il comparto radiofonico e televisivo tradizionale sta, infatti, affrontando un periodo di fortissima crisi derivante dalla recessione in atto, nonché dalla concorrenza operata dalle nuove piattaforme, le quali stanno anche modificando le abitudini e le preferenze degli utenti nella scelta e nelle modalità di fruizione dei contenuti, mettendo in discussione il modello di trasmissione generalista e la diffusione a carattere lineare.
Tutto ciò ha generato crescenti difficoltà del mercato pubblicitario, con una rilevante contrazione dei relativi ricavi, che rappresentano, da sempre, la principale fonte di finanziamento dell’attività aziendale.
L’emittenza televisiva locale è stata, inoltre, fortemente penalizzata dalle inaccettabili scelte legislative e regolamentari assunte, a partire dalla fine dell’anno 2011, senza alcun confronto con gli interessati e con l’azzeramento del Comitato Nazionale Italia Digitale, che hanno rimesso in discussione il percorso, fino a quel momento adottato e condiviso, per la transizione al digitale terrestre.
Tali scelte hanno comportato un continuo cambiamento delle regole del processo di digitalizzazione, causando una situazione di incertezza permanente, che ha impedito qualsiasi programmazione aziendale da parte delle imprese.
In conseguenza di tali scelte si è anche sviluppato un ampio contenzioso, con decine di ricorsi al Tar Lazio, che generano ulteriore incertezza in quanto il relativo esito potrebbe comportare rilevanti ripercussioni sulla stabilità dell’attuale assetto frequenziale.
Molte imprese radiotelevisive locali sono state, frattanto, costrette ad attivare procedure per il ricorso agli ammortizzatori sociali, come la cassa integrazione in deroga e ad avviare procedure di mobilità e di licenziamento collettivo.
In alcuni casi sono state anche proposte procedure di concordato preventivo.
In questo contesto, al fine di evitare un drastico ridimensionamento del comparto, che dà occupazione a circa diecimila lavoratori dipendenti e ad altrettanti collaboratori, sono necessarie forti iniziative a livello governativo per la ripresa del mercato pubblicitario e per favorire l’accesso al credito bancario da parte delle imprese.
Occorre, inoltre, svincolare immediatamente l’emittenza locale dall’eccessiva e ingiustificata burocrazia cui la stessa è sottoposta, attuando, anche, decisi interventi di semplificazione e di liberalizzazione.
Occorre, infine, che il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni avviino un attento confronto con l’emittenza locale per individuare soluzioni finalizzate a risolvere definitivamente i contenziosi e le criticità in atto.
A circa un anno dal completamento del processo di digitalizzazione televisiva è impensabile che le imprese debbano ancora dibattersi in continui contenziosi anziché concentrarsi sulla produzione dei contenuti e ad organizzarsi per affrontare la sfida nel nuovo contesto multimediale.
La tv

La televisione locale deve, infatti, avviare strategie di sviluppo sulle nuove piattaforme tecnologiche, affiancando alla trasmissione terrestre tradizionale, la diffusione via internet, anche tramite tablet e smartphone, e integrando la propria offerta attraverso l’uso sinergico dei social network.
Solo in questo modo, infatti, la televisione locale potrà mantenere la propria presenza in un mercato caratterizzato da un continuo cambiamento.
Questi temi verranno approfonditi nel corso di un apposito seminario nell’ambito del Radiotv Forum.
Sul fronte regolamentare occorre, altresì, rilevare che la nuova disciplina adottata dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sull’ordinamento automatico dei canali della trasmissione digitale terrestre (cosiddetto “Lcn”) penalizza fortemente l’emittenza locale, riducendo drasticamente i relativi spazi nei primi due archi di numerazione.
In particolare, le numerazioni del primo e del secondo arco sono state complessivamente ridotte da 78 a 26.
Inoltre, la riserva di alcune numerazioni alle tv locali facenti parte di syndication penalizza proprio tali emittenti, in quanto le stesse, in caso di cessazione del rapporto di consorzio o di intesa, perderebbero il diritto alla numerazione ottenuta.
Non sono state, inoltre, previste, diversamente dalla precedente regolamentazione, numerazioni areali destinate alle tv locali che trasmettono, in tutto o in parte, in più di due regioni.
Tutte le modifiche delle numerazioni che dovranno essere attuate sulla base della nuova regolamentazione genereranno, inoltre, difficoltà per gli utenti nella ricerca dei programmi, con ogni evidente conseguenza sul piano degli ascolti.
In relazione a tutto ciò sono molte le imprese televisive locali di Aeranti-Corallo che hanno proposto ricorso al Tar Lazio per chiedere l’annullamento di tale nuova regolamentazione.
Sempre sul fronte televisivo, riteniamo che le frequenze di almeno una delle tre reti del cosiddetto “ex-beauty contest” che, in base alla delibera n. 277 del corrente anno della Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, non verranno più poste all’asta, vengano utilizzate per dare soluzione alle numerose problematiche interferenziali che affliggono il comparto televisivo locale, a seguito della transizione alle trasmissioni digitali terrestri.
Riteniamo, inoltre, che debbano essere definiti, al più presto, i tempi e le modalità per le modifiche di destinazione della banda 700 Mhz (canali 49-60 Uhf), in modo tale da non recare ulteriori disagi al comparto televisivo locale.
Rileviamo, altresì, che non ha ancora trovato soluzione definitiva la problematica della definizione dei contributi per l’utilizzo delle frequenze e dei diritti amministrativi per la relativa attività di operatore di rete.
Nell’ambito del nuovo regolamento sulla tv digitale terrestre adottato lo scorso anno dalla Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, è stata individuata una soluzione provvisoria, che prevede il pagamento dell’uno per cento del fatturato, come in precedenza previsto per i concessionari analogici.
La legge n.44 del 2012 prevede, ora, che il Ministero applichi i contributi per l’utilizzo delle frequenze stabiliti dall’Autorità secondo le procedure del Codice delle Comunicazioni Elettroniche al fine di promuovere il pluralismo nonché l’uso efficiente e la valorizzazione dello spettro frequenziale secondo i principi di ragionevolezza, proporzionalità e non discriminazione.
Auspichiamo, pertanto, che venga confermato l’attuale regime contributivo comprendendo, peraltro, nello stesso anche i diritti amministrativi previsti dal Codice delle Comunicazioni Elettroniche per l’attività di operatore di rete.
Occorrerebbe, inoltre, al fine di evitare incertezze alle imprese in sede di redazione dei propri bilanci, che l’Autorità definisca i criteri per la realizzazione della separazione contabile da parte dei soggetti che svolgono sia l’attività di operatore di rete, sia l’attività di fornitore di servizi di media audiovisivi.
Sarebbe anche importante, nell’ottica di una semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese, che l’Autorità stabilisca, al più presto, le modalità per la compilazione del registro dei programmi in formato elettronico come previsto dal Regolamento sulla televisione digitale terrestre.
In relazione alla destinazione dei canali 61-69 ai servizi di comunicazione mobile di larga banda, raccomandiamo, infine, grande attenzione al tema della compatibilità tra gli impianti di trasmissione televisiva e quelli dei servizi LTE.
Un approccio non attento sul punto potrebbe, infatti, portare ad una situazione di interferenzialità difficilmente sostenibile.
Secondo le stime della Fondazione Ugo Bordoni le antenne potenzialmente interferite dai segnali LTE sono circa 700 mila.
In considerazione che tali antenne sono prevalentemente a carattere condominiale e che, come tali, collegano mediamente dieci appartamenti, aventi mediamente tre persone residenti, è evidente che circa un terzo della popolazione italiana potrebbe subire dette interferenze.
E’ quindi, molto importante un’attività preventiva, a livello istituzionale, che favorisca una conoscenza diffusa del problema affinché ogni criticità interferenziale, che dovesse verificarsi, possa trovare soluzione in tempi particolarmente veloci.

 

 

La radio

Passando alla radiofonia, Aeranti-Corallo sollecita maggiore attenzione alle problematiche del comparto, spesso trascurato.
La radiofonia sta scontando, infatti, un grande ritardo nella evoluzione tecnologica che rischia di causarne la marginalizzazione.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha, recentemente, approvato il piano provvisorio di assegnazione delle frequenze per il servizio radiofonico digitale nella Regione Trentino Alto Adige; ha, contestualmente, varato un progetto pilota nella provincia di Trento e sta ora valutando l’estensione dello stesso alla provincia di Bolzano.
In attuazione del progetto pilota di Trento, il Ministero dello Sviluppo Economico ha quindi rilasciato i diritti di uso delle frequenze alla concessionaria pubblica e a tre società consortili private costituite da soggetti autorizzati alla fornitura di contenuti radiofonici digitali, sulla base delle disposizioni contenute nel regolamento per le trasmissioni radiofoniche digitali approvate dall’Autorità nel dicembre 2009.
In particolare, le emittenti radiofoniche locali partecipano al progetto pilota con due multiplex (blocchi 12D e 10A) attraverso i quali verrà realizzata una diffusione complessiva, nell’area di Trento, di 22 programmi (commerciali e comunitari) di cui 12 già attivi e 10 che verranno attivati nei prossimi giorni.
Il progetto pilota di Trento sarà fondamentale per verificare tutte le problematiche che presenta l’avvio della nuova tecnologia e, in particolare:
– la funzionalità del modello della società consortile definito dall’Autorità per lo svolgimento della attività di operatore di rete;
– le modalità di realizzazione delle reti;
– la capacità delle emittenti di realizzare contenuti specifici per il nuovo contesto digitale;
– lo sviluppo del mercato dei ricevitori.
E’ evidente, però, che l’avvio delle trasmissioni radiofoniche digitali in altre aree del Paese dovrà essere possibile solo in presenza di una quantità di risorse frequenziali e di una pianificazione che permettano ad ogni soggetto interessato, locale e nazionale, avente titolo, di poter effettivamente accedere alla nuova tecnologia trasmissiva, a parità di condizioni, con tutti gli altri operatori.
Secondo le previsioni regolamentari dell’Autorità, è necessaria la disponibilità di tre frequenze nazionali e fino alle undici frequenze locali per ogni bacino pianificato.
Ad oggi, tuttavia, tale disponibilità sussiste solo a Trento e Bolzano e in poche altre zone, mentre nella maggior parte delle regioni è disponibile esclusivamente il canale 12, al quale, come noto, corrispondono solo quattro blocchi di frequenze.
Al fine dello sviluppo della nuova tecnologia è quindi indispensabile acquisire ulteriori risorse frequenziali come il canale 13, attualmente attribuito ad altri servizi dal Piano di ripartizione delle frequenze.
Sul tema della radiofonia digitale occorre inoltre considerare che, nella attuale fase di avvio del mercato, a fronte dei costi che verranno sostenuti dalle imprese, difficilmente verranno realizzati ricavi, anche solo compensativi.
Per questo Aeranti-Corallo si è attivata per individuare soluzioni che permettano il massimo contenimento dei costi e, in tale ottica, ha definito un percorso di collaborazione con Rai Way ai fini della realizzazione da parte di quest’ultima, di un servizio di abilitazione, economicamente sostenibile, del primo accesso, con la formula “chiavi in mano” alla piattaforma digitale da parte delle società consortili che intendono diventare assegnatarie dei diritti di uso delle frequenze ma che non sono interessate, quantomeno in una prima fase, a realizzare investimenti in proprio.
E’, inoltre, fondamentale che le imprese radiofoniche locali accedano a tutte le nuove piattaforme diffusive che si stanno sviluppando come il digitale televisivo e il web, e che rendano disponibili i propri contenuti anche attraverso i tablet e gli smartphone.
Occorre, comunque, considerare che, solo attraverso la realizzazione di reti digitali terrestri le attuali imprese radiofoniche analogiche potranno conservare la propria centralità anche nei nuovi scenari tecnologici.
Sul tema degli ascolti radiofonici occorre rilevare che, successivamente alla messa in liquidazione di Audiradio, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha costituito un tavolo tecnico in funzione di ausilio al raggiungimento di una posizione il più possibile condivisa di tutti i soggetti interessati, onde pervenire alla definitiva individuazione di una organizzazione sistematica della rilevazione degli indici di ascolto radiofonici che garantisca la correttezza, la trasparenza, l’equità e l’indipendenza della ricerca, sia con riferimento alla governance che all’impianto metodologico da attuare. In tale sede Aeranti-Corallo ha evidenziato l’esigenza di una governance cui la radiofonia locale partecipi in misura almeno proporzionale ai propri ascolti.
Il tavolo tecnico sta ora avviando una sperimentazione per la rilevazione degli ascolti attraverso i meter.
Al riguardo, Aeranti-Corallo, pur condividendo l’opportunità di ricerche tecnicamente sempre più avanzate, evidenzia l’esigenza che le stesse siano economicamente sostenibili e, allo stesso tempo, capaci di rilevare, in forma comparata e, nel dettaglio, i dati dell’emittenza locale e di quella nazionale.
Frattanto, al fine di porre rimedio, nell’immediato, alla mancanza di dati di ascolto aggiornati, la quasi totalità delle imprese radiofoniche nazionali private e oltre 250 imprese radiofoniche locali hanno commissionato , alla GfK Eurisko, una indagine di ascolto, che è giunta al secondo anno di rilevazione.
Sempre sul fronte radiofonico, occorre, infine, che il Ministero dello Sviluppo Economico tuteli le emittenti radiofoniche legittimamente operanti da decenni dalle contestazioni di alcuni paesi esteri confinanti formulate sulla base del Piano delle frequenze di Ginevra del 1984, mai ratificato dall’Italia e quindi privo di efficacia nei confronti delle emittenti italiane.

 

 

Il problema delle risorse

Il futuro dell’emittenza locale è strettamente legato alla quantità di risorse di cui la stessa potrà disporre.
In particolare, sono assolutamente necessarie, nell’immediato, norme di indirizzo del mercato pubblicitario come sgravi di imposta per le aziende che acquistano spazi pubblicitari sulla emittenza locale.
Al riguardo, occorre considerare che la pubblicità attraverso le emittenti radiofoniche e televisive locali rappresenta uno dei principali mezzi per la conoscenza dei prodotti e dei servizi delle piccole e delle medie imprese sicché un sostegno statale a tale tipologia di investimento pubblicitario non è solo un sostegno alle imprese radiotelevisive, ma costituisce anche un elemento propulsivo per la ripresa dei consumi, tanto auspicata ad ogni livello.
Sul fronte del sostegno statale, Aeranti-Corallo sollecita una riflessione sull’esigenza di studiare nuove forme di provvidenze editoria finalizzate a sostenere l’attività dell’emittenza locale nell’informazione sul territorio.
In ogni caso, è necessario che vengano al più presto liquidate le provvidenze relative ai costi per l’energia elettrica e per i collegamenti satellitari per gli anni 2007 e 2008.
Le emittenti hanno un diritto soggettivo al riconoscimento di tali provvidenze e, pertanto, in mancanza della relativa erogazione, sarà inevitabile un contenzioso giudiziale al riguardo.
Passando alle misure di sostegno statali annualmente stanziate dal Ministero dello Sviluppo Economico a favore delle tv locali, sulla base delle graduatorie realizzate dai Corecom con molta professionalità, Aeranti-Corallo sollecita la definizione del procedimento relativo al riconoscimento dei contributi relativi all’anno 2012.
E’, inoltre, indispensabile che venga al più presto emanato il bando per le misure di sostegno per l’anno 2013, il cui termine di adozione è scaduto il 31 gennaio scorso.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha avviato nel dicembre 2012 una consultazione pubblica finalizzata alla modifica, a seguito del passaggio al digitale, dell’attuale regolamentazione in materia di riconoscimento delle misure di sostegno a favore delle tv locali.
Aeranti-Corallo ritiene, tuttavia, che non sia necessaria alcuna modifica in quanto i bandi relativi agli anni 2009, 2010 e 2011 hanno già introdotto i principi necessari per allineare la normativa alla transizione al digitale.
In ogni caso, una problematica di così rilevante impatto per il settore avrebbe dovuto essere oggetto di ampio dibattito e confronto con tutte le componenti interessate, come sempre avvenuto negli anni.
Per quanto riguarda, invece, le misure di sostegno per la radiofonia locale, occorre rilevare che, a seguito di una modifica normativa sono andati in perenzione i contributi per l’anno 2009 e si rende, quindi, necessario provvedere al recupero degli stessi.
E’, inoltre, necessario che vengano al più presto completate le procedure per l’erogazione dei contributi relativi agli anni 2011 e 2012.
Riteniamo che tale obiettivo sia perseguibile in quanto l’ufficio preposto del Ministero dello Sviluppo Economico sta operando con molto impegno.

 

 

Il ruolo dell’emittenza locale nell’informazione sul territorio

L’informazione sul territorio rappresenta il cuore dell’attività radiotelevisiva locale. I microfoni e le telecamere dell’emittenza locale, da oltre trenta anni, hanno creato un indissolubile contatto tra i cittadini e il loro territorio, affrontando e raccontando tutti i temi di attualità, politica, cronaca e sport legati al contesto locale.
I rapporti di lavoro giornalistico nelle emittenti radiofoniche e televisive locali sono oltre duemila, di cui oltre millecinquecento disciplinati dal Contratto Nazionale Collettivo stipulato tra Aeranti-Corallo e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana nell’ottobre 2000 e rinnovato, da ultimo, nel gennaio 2010.
Negli scenari digitali, con la moltiplicazione dell’offerta, le tv locali, per avere successo, dovranno orientare, sempre più, i propri palinsesti all’informazione locale.
Solo in tale modo, infatti, le tv locali non si porranno in una situazione di insostenibile concorrenza con i media nazionali e offriranno un prodotto fortemente richiesto dall’utenza.

 

 

Conclusioni

In conclusione, Aeranti-Corallo sollecita una maggiore attenzione alle problematiche del settore radiofonico e televisivo locale da parte del Ministero dello Sviluppo Economico e della Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, al fine di individuare percorsi idonei ad affrontare e risolvere le criticità in atto.
Spesso si è affermato che il nostro assetto radiotelevisivo sia anomalo poiché nello stesso operano molte emittenti locali.
In realtà, ciò che è stata definita una anomalia, rappresenta invece un importante valore del nostro sistema che deve essere mantenuto e garantito.
Aeranti-Corallo è nata nel 1998 ad iniziativa delle associazioni Aer, Anti e Corallo ed è stata presentata con un convegno dal titolo “Emittenza locale: alziamo la voce” al Cinema Metropolitan di Roma che era finalizzato a esprimere lo stato di insoddisfazione nel quale si trovava in quel momento il settore.
A seguito di tale convegno Aeranti-Corallo ottenne l’emanazione della legge 122 che affrontò e risolse molte criticità all’epoca sussistenti.
Credo che, per tutte le ragioni esposte, sia giunto il momento che l’emittenza locale alzi nuovamente la voce.
Occorre alzare la voce per ribellarsi alla logica del declino.
Occorre però, allo stesso tempo, che l’emittenza locale riacquisti fiducia in se stessa, e abbia la capacità di rimettersi in gioco nel contesto delle nuove sfide multimediali.
Aeranti-Corallo, dal canto suo, continuerà a battersi, ad ogni livello, per tutelare gli spazi e il ruolo dell’emittenza locale e con essi il pluralismo dell’informazione nel nostro Paese.