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Sommario:
- Antenne locali: momento di massima allerta. D.L. 15/99: in Commissione iniziative di Vita e Rognoni contro le radio, per ora fermate dalla protesta delle emittenti. Chiesti invece interventi necessari, tra cui un’adeguata disponibilità di frequenze per le concessioni tv e il diritto di priorità alle imprese esistenti. Convegno “D.L. 15/99: non solo pay tv!”.
- Siae: assolta emittente.
- Digitale in Italia: Coordinamento in prima fila.
- Prossime Scadenze.
IL PARLAMENTO ADESSO DEVE GARANTIRE I DIRITTI DELL’EMITTENZA LOCALE.
ANTENNE LOCALI: MOMENTO DI MASSIMA ALLERTA
■ D.L. 15/99: in Commissione iniziative di Vita e Rognoni contro le radio, per ora fermate dalla protesta delle emittenti. Chiesti invece interventi necessari, tra cui un’adeguata disponibilità di frequenze per le concessioni tv e il diritto di priorità alle imprese esistenti.
Avvio burrascoso dell’iter parlamentare per la conversione del D.L. 15/99: questo è stato esaminato (con voto dei singoli emendamenti) questa settimana quale provvedimento n° 3782, dalla Commissione Lavori Pubblici e Telecomunicazioni del Senato, relatore il Sen. Falomi. Passerà all’esame dell’aula dopo il voto conclusivo in Commissione, rinviato però a martedì prossimo a causa del parere contrario della Commissione Bilancio del Senato sugli indennizzi previsti per le dismissioni incentivate per le tv locali. Il Ministero delle Comunicazioni s’è comunque impegnato a trovare una copertura alternativa entro martedì.
Sin dalle prime mosse in Commissione è comunque risultato evidente il prevalere degli interessi della tv a pagamento, a discapito delle ragioni dell’emittenza locale. Basti pensare che a consuntivo, su 22 voti effettuati, solo 3 hanno riguardato emendamenti di effettivo interesse per il comparto locale.
Bene l’accettazione dell’emendamento 2.39 che recita: “Le emittenti radiotelevisive locali, comprese quelle che diffondono programmi in contemporanea o programmi comuni, non possono assumere, né diffondere, un marchio, o una denominazione, o una testata, identificativi che richiamino in tutto o in parte quello di un’emittente nazionale”. Bene anche l’emendamento 3.1 che estende alle radio l’opportunità prevista dall’articolo 43 bis della L. 103/75, introdotto dalla L. 249/97, che permette ai comuni e alle comunità montane, ad altri enti locali e ai relativi consorzi di installare, previa autorizzazione dell’amministrazione delle comunicazioni, piccoli impianti utili per garantire alle proprie comunità la ricezione di programmi di concessionari pubblici e privati. Deludente invece l’emendamento 3.20, che dice: “Su istanza degli interessati, presentata entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, i canoni di concessione dovuti dalle emittenti radiotelevisive locali per gli anni 1994, 1995, 1996, 1997, 1998 possono essere corrisposti anche attraverso un pagamento dilazionato fino a 12 mesi, con un saggio di interesse pari al saggio ufficiale di sconto, maggiorato dell’interesse legale. Il Ministero delle comunicazioni, previo accertamento delle somme dovute, comunica agli interessati le modalità e i termini di pagamento”. Meglio sarebbe recuperare la proposta del Coordinamento che suggerisce il dimezzamento dei canoni a beneficio di tutte le imprese: chi ha già pagato dovrebbe vedersi riconoscere un credito recuperabile sui canoni a venire, mentre chi non ha ancora pagato potrebbe regolarizzare la sua posizione, beneficiando di questa opportunità.
Proposte del Coordinamento
Aer, Anti e Corallo continueranno ora a sostenere le proposte fatte, sia in fase di discussione al Senato, che successivamente alla Camera. Innanzitutto va ricordato che l’integrazione del Piano non può indicare solo il numero delle concessioni assentibili: fattore in sé importante, ma non sufficiente. Infatti, a parte la quantità di imprese operanti, è fondamentale sapere preventivamente quale copertura sia garantita per ciascuna concessione, così da avere un’idea concreta delle reali opportunità di sopravvivenza e sviluppo sul mercato.
In questo senso solo le associazioni di categoria possono esprimere un equilibrato e competente parere tecnico. Attualmente ci sono 8176 impianti eserciti dalle tv locali, il Piano delle frequenze approvato dall’Autorità ad oggi ne prevede 2922: mancano all’appello più di 5.000 impianti (!) che devono essere assolutamente recuperati in fase di integrazione, al fine di garantire analoga capacità di copertura, coerentemente con le aree di maggiore densità di popolazione e di investimenti pubblicitari. Si chiede anche che sia stabilito per legge il completamento dell’assegnazione provvisoria delle frequenze dismesse da Telepiù 3 spettanti alle tv locali, cosa peraltro già fatta per le tv nazionali.
Tempi supplementari
Il Piano delle frequenze, indipendentemente da come verrà realizzato, andrà comunque applicato in tempi ragionevoli, così da avviare solo alla data dell’1/1/2002 l’attuazione del Piano, con un differimento atto a garantire un tempo ragionevole a realizzare le necessarie modifiche. E in qualunque caso è evidente che, dovendo affrontare comunque il problema di un ridimensionamento del sistema, è condizione fondamentale che in sede di primo rilascio le nuove concessioni possano essere assentite prioritariamente a soggetti legittimamente operanti alla data del 31 gennaio 1999, data di entrata in vigore del D.L. 15/99. Il sistema deve potersi aprire a nuovi soggetti solo dopo che è stata realizzata la razionalizzazione dell’esistente. Non è possibile ipotizzare che soggetti operanti da anni e con esperienza debbano abbandonare forzatamente l’attività, per lasciare spazio a soggetti nuovi che basano la propria presenza solo sulle “promesse” di quello che intendono fare. Per quanto riguarda le radio, si chiede la proroga dei termini, con l’emanazione del Piano delle frequenze per il 30 giugno 2000 e il rilascio delle concessioni per il 31 dicembre 2000: questo perché è necessario affrontare la questione solo dopo aver definitivamente concluso l’iter televisivo, ad evitare una sovrapposizione dannosa. E vista la pessima esperienza in corso con le tv, si chiede che sia formalmente sottoposto alle associazioni in via preliminare dall’Autorità lo schema di Piano delle Frequenze, per poter esprimere un parere tecnico.
Altri impegni
Tra le altre richieste che sono state avanzate, c’è quella di porre il tetto dell’1% del fatturato per il canone di concessione radiotelevisivo, con un limite massimo comunque di 15 milioni per le radio e di 20 milioni per le tv. In relazione alla norma contenuta nel Regolamento emanato dall’Autorità che impone due ore di informazione giornaliera per le tv commerciali con obbligo di informazione, s’è proposto di correggere ad un’ora giornaliera, per 5 giorni alla settimana oppure per 120 giorni a semestre. Da non dimenticare infine è sicuramente anche la questione dell’abolizione della “par condicio” per l’emittenza locale: una contraddizione rispetto ai doveri imposti per l’informazione e superflua in ragione del fatto che la pluralità della comunicazione locale è in sé la migliore garanzia di democrazia e pluralità.
In conclusione un ringraziamento va ai Senatori che hanno presentato in Commissione gli emendamenti proposti dal Coordinamento Aer, Anti, Corallo: Bosi (Ccd), Fumagalli Carulli e Manis (RI), Cò, Crippa e Russo Spena (Rc) e Lo Curzio (Ppi).
Il tentativo di cancellare le radio locali
Tra gli emendamenti proposti, assolutamente inaccettabile quello presentato e poi accantonato, in conseguenza della immediata reazione delle imprese del Coordinamento, dal sen. Carlo Rognoni (Ds) col quale si proponeva di attribuire all’Autorità il potere discrezionale di modificare (e quindi verosimilmente di ridurre) la riserva di almeno il 70% dei programmi irradiabili per l’emittenza radiofonica in ambito locale stabilita a suo tempo dalle leggi 223/90 e 249/97: una logica che penalizzerebbe gravemente le imprese esistenti.
La preoccupazione resta fortissima, perché il Governo, tramite il Sottosegretario Vincenzo Vita, pur invitato a prendere una posizione netta al riguardo, sta invece cercando di percorrere soluzioni intermedie assolutamente non accettabili e contro le quali il Coordinamento sta promuovendo ulteriori iniziative di protesta.
“D.L. 15/99: NON SOLO PAY TV!” alla Residenza di Ripetta, in Via Ripetta, 231
Tutti gli editori devono mobilitarsi per questa importante manifestazione.
10 marzo 1999 ore 10 a Roma – Residenza di Ripetta, in Via Ripetta, 231
Non di solo calcio a pagamento vive il mercato della tv italiana! E invece abbiamo assistito alla sarabanda di interessi, alla confusione politica e all’iperbolica attenzione dei media, che hanno residualizzato il ruolo delle imprese locali, che invece sono l’argomento centrale del decreto legge 15/99 ora in discussione al Parlamento per la sua conversione. Le radio e le tv locali devono allora mobilitarsi per far sentire in modo forte e chiaro la propria voce, le ragioni e i principi che vanno garantiti da parte delle forze politiche: perché nella fase cruciale del dibattito parlamentare siano difesi i giusti interessi di chi da anni opera professionalmente nel settore radiotelevisivo locale. Anche perché, a parte questo decreto legge, deve ripartire il dibattito parlamentare sul disegno di legge 1138 che prevede norme ed interventi organici di ampio respiro, necessari per lo sviluppo imprenditoriale del settore. Bisogna affrontare la questione degli incentivi a sostegno delle emittenti tv locali, costrette ad investire per adeguarsi al nuovo piano delle frequenze e ad attivare nuovi siti, ma anche la radiofonia dovrà affrontare lo stesso iter ora vissuto dalle tv e deve farlo in un modo che sia sin dall’origine più razionale e rispettoso del ruolo dell’emittenza locale.
Questo convegno sarà il fulcro per far ripartire il dibattito sull’emittenza locale, perché non debba ancora accadere che il settore radiotv sia monopolizzato dai soli interessi macroscopici di pochi soggetti.
Già confermate le presenze dell’On. Vincenzo Vita Sottosegretario delle Comunicazioni, dell’On. Giuseppe Giulietti, responsabile delle comunicazioni di Ds, dell’On. Giorgio Merlo, responsabile dei rapporti editoria e tv locali del Ppi, del Sen. Stefano Semenzato del Gruppo dei Verdi, del dr. Sergio Bellucci, responsabile delle comunicazioni di Rc. Molte altre conferme sono ad oggi in arrivo.
■ Alla Corte di Appello di Cagliari è stata assolta un’emittente difesa dall’avv. Porta, perché: ” il fatto della radiodiffusione di esecuzioni musicali senza l’autorizzazione degli autori della Siae non è previsto dalla legge come reato”. Questa sentenza conferma una volta ancora il contrasto esistente tra giurisprudenza di merito (Pretori, Corti di Appello) e quella di legittimità (Suprema Corte di Cassazione) ed evidenzia quindi la necessità di una chiarificazione normativa.
DIGITALE IN ITALIA: COORDINAMENTO IN PRIMA FILA
■ Facendo seguito alla delibera 77/98 dell’Autorità per le Comunicazioni, è stato costituito il “Comitato per lo sviluppo dei sistemi digitali”, presieduto dal Presidente dell’Autorità prof. Enzo Cheli e con l’ingegner Mario Lari, Commissario dell’Autorità, quale vice presidente esecutivo. I rappresentanti del Coordinamento Aer Anti Corallo avv. Marco Rossignoli, avv. Eugenio Porta e dr. Luigi Bardelli faranno parte del comitato, in rappresentanza dell’emittenza locale, oltre a membri dell’Autorità e del Ministero delle Comunicazioni, a esperti tecnici e a rappresentanti di Rai, Stream e Tele+ e di altre istituzioni di settore.
La prima riunione si è svolta mercoledì 24 febbraio, alle ore 16, presso la sede dell’Autorità a Napoli. Compiti del comitato sono:
– analisi delle problematiche tecniche ed economiche relative all’introduzione e allo sviluppo in Italia dei servizi televisivi digitali terrestri (trasmissione, ricezione, produzione industriale);
– definizione dei requisiti di servizio;
– individuazione delle soluzioni più efficienti per i problemi sopra esposti;
– elaborazione di proposte operative per l’avvio e sviluppo dei sistemi digitali.
Il Comitato promuove la costituzione di gruppi di studio per l’approfondimento delle specifiche problematiche.
Il Coordinamento, apprezzando l’iniziativa in questione e collaborandovi costruttivamente, non può non rimarcare il fatto che un’analoga scelta operativa potrebbe garantire maggiore efficienza anche nell’attività di studio e di progetto per l’integrazione del Piano delle frequenze analogiche terrestri.
1 marzo 1999 – Tv: Termine per la presentazione all’Autorità della comunicazione prevista dall’art. 1 comma 3 del D.L. 15/99 relativa all’ambito locale che le emittenti intenderanno chiedere in concessione.
31 marzo 1999 – Radio e Tv: Termine per l’inoltro all’Ufficio per l’editoria e la stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri della domanda per le provvidenze editoria per l’anno 1998.