Cs 17/2012 del 3 settembre 2012
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SENTENZE DEL CONSIGLIO DI STATO IN MATERIA DI LCN: SCONFITTA LA POSIZIONE DI COLORO CHE INTENDEVANO MARGINALIZZARE LE TV LOCALI. LA DISCIPLINA TRANSITORIA EVITERA’ IL CAOS NEL TELECOMANDO.
L’INDIVIDUAZIONE DI NUOVI CRITERI (IN LUOGO DELLE GRADUATORIE CORECOM) PER L’ATTRIBUZIONE DELLE NUMERAZIONI AD OGNI SINGOLA TV LOCALE SARA’ PARTICOLARMENTE DIFFICOLTOSA.
■ Con riferimento alle sentenze del Consiglio di Stato in materia di numerazione dell’ordinamento automatico dei canali della tv digitale terrestre (LCN), l’Avv. Marco Rossignoli (Aeranti-Corallo) e il dott. Maurizio Giunco (Associazione tv locali Frt) hanno dichiarato: “L’aspetto più importante che emerge dall’esame delle quattro sentenze del Consiglio di Stato in tema di LCN è la sconfitta della posizione di coloro che chiedevano di sopprimere le dieci numerazioni destinate alle tv locali tra le prime venti del sistema. Se fosse stata accolta tale richiesta – hanno proseguito Giunco e Rossignoli – sarebbe stato messo in discussione il posizionamento della prima numerazione di tutte le tv locali, con evidente penalizzazione dell’intero comparto. In base alle sentenze potrebbero essere invece addirittura ipotizzati posizionamenti migliorativi per le tv locali.
E’ inoltre molto importante – hanno aggiunto Rossignoli e Giunco – la previsione di una disciplina transitoria, con il mantenimento dell’attuale piano LCN nelle more della definizione della nuova regolamentazione. In tal modo non si verificherà il caos temuto dagli operatori e estremamente dannoso anche per l’utenza.
Desta invece preoccupazione – hanno affermato Giunco e Rossignoli – la conferma dell’annullamento dei criteri basati sulle graduatorie Corecom, ai fini dell’attribuzione delle numerazioni ad ogni singola tv locale.
Infatti – hanno proseguito Rossignoli e Giunco – la misurazione dell’ascolto realizzato sul territorio (indicata dal Tar Lazio in due delle sentenze confermate dal Consiglio di Stato) appare piuttosto difficoltosa.
In particolare appare molto complessa la misurazione degli ascolti che sussistevano nel contesto analogico a distanza anche (per alcune regioni) di anni dallo switch off.
Inoltre dovrebbero essere definite la metodologia tecnica dell’indagine, i relativi tempi, gli istituti di rilevazione, le modalità di finanziamento della ricerca.
Auspichiamo pertanto – hanno concluso Rossignoli e Giunco – che l’Agcom sappia individuare un percorso risolutivo della problematica.”
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