
RELAZIONE DELL’AVV. MARCO ROSSIGNOLI,
Presidente Aeranti, Coordinatore Aeranti-Corallo e
Presidente della Commissione per le politiche
del sistema radiotelevisivo di Confcommercio
ROMA 4 – 5 LUGLIO 2006
Il Radiotv Forum è un evento, promosso da Aeranti-Corallo, che vuole rappresentare attraverso convegni, seminari e workshop un momento di incontro e di confronto sulle problematiche di attualità politica, tecnica e aziendale relative al settore radiotelevisivo, con riferimento particolare all’emittenza locale, satellitare e via internet.
Per tutta la durata del Radiotv Forum è stata inoltre allestita un’area expo con la partecipazione di trentadue aziende operanti nei settori broadcast, audio e video che presentano, in appositi stand, i propri prodotti e servizi per il comparto radiotelevisivo.
L’evento è stato organizzato in occasione del trentennale della fine del monopolio statale della radiodiffusione e pertanto, nel pomeriggio di mercoledì 5 luglio, in chiusura del convegno”Trenta anni di emittenza privata”, verranno consegnati una serie di riconoscimenti a imprese radiofoniche e televisive locali che operano dal 1976.
In trenta anni di attività le emittenti radiofoniche e televisive locali, nate con spirito pionieristico, dall’iniziativa di numerosi appassionati, hanno avuto la capacità di svilupparsi realizzando una serie di imprese, commerciali e comunitarie, estremamente radicate nelle rispettive aree geografiche.
Oggi le emittenti radiotelevisive locali danno occupazione a numerose migliaia di lavoratori, hanno importanti quote di ascolto, svolgono un ruolo decisivo per l’informazione sul territorio e, in molti casi, stanno dando vita a nuove esperienze editoriali sul fronte della diffusione di contenuti radiotelevisivi via satellite e via internet.
Tutto ciò nonostante una situazione di grande difficoltà operativa che ha caratterizzato l’attività del comparto in questi trenta anni.
Infatti fino al 1990 il settore ha sofferto una situazione di assoluta carenza normativa, protrattasi per troppi anni; a partire dal 1990, inoltre, il consolidamento del cosiddetto “duopolio” ha generato una forte compressione del pluralismo e della concorrenza nel mercato televisivo, con evidenti ricadute negative per gli editori locali.
Il sistema, così cristallizzato, è quello tutt’ora sussistente.
Aeranti-Corallo ritiene pertanto indispensabile che vengano individuati una serie di interventi finalizzati ad un riequilibrio del mercato, attraverso la previsione sia di efficaci misure antitrust, sia di norme che favoriscano gli investimenti pubblicitari sulle emittenti locali.
In particolare, sono auspicabili: la previsione di sgravi fiscali per le imprese che acquistano spazi pubblicitari sulle imprese radiofoniche e televisive locali; la previsione della possibilità di diffondere televendite solo da parte delle imprese televisive locali; la previsione di tetti minimi di spesa per le campagne pubblicitarie delle piccole e medie imprese sulle emittenti nazionali.
Con il riequilibrio del mercato della diffusione analogica, si creeranno anche le condizioni per evitare la formazione di oligopoli ancora più stringenti nel mercato della diffusione digitale.
La transizione al digitale, rappresenta per il comparto televisivo locale una interessante opportunità di nuovi business.
Per questo la quasi totalità degli editori locali ha ritenuto di non cedere i propri canali di trasmissione alle imprese televisive nazionali e intende svolgere, quando la transizione verrà completata, non solo l’attività di fornitore di contenuti, ma anche, e soprattutto, quella di operatore di rete locale.
In tal modo sarà possibile affiancare alla attività televisiva tradizionale anche quella di carrier per la diffusione di segnali audiovisivi per conto di terzi, nonché quella di diffusione di dati e servizi anche interattivi e multimediali.
In questo contesto Aeranti-Corallo ha deciso di aderire negli scorsi mesi a DGTVi, l’associazione per lo sviluppo del digitale terrestre.
La transizione al digitale, tuttavia, si sta rivelando particolarmente problematica per le imprese televisive locali in quanto le stesse, nella stragrande maggioranza dei casi, non dispongono di canali ridondanti che permettano di poter diffondere i programmi nella stessa area in simulcast, analogico/digitale.
Ne consegue che, allo stato, l’eventuale conversione di un canale dalla tecnologia analogica a quella digitale, causa alla tv locale la perdita totale degli ascolti in tecnica analogica, nell’area servita da tale impianto, senza un contestuale recupero degli ascolti stessi in tecnica digitale, posto che il numero di utenti digitali è, ancora, molto inferiore al numero degli utenti analogici.
Allo stesso tempo, la diffusione sperimentale di segnali televisivi digitali solo in alcune ore della giornata, peraltro con prevalenza nelle ore notturne, sugli stessi canali sui quali, nelle altre ore, vengono operate le trasmissioni analogiche, non permette certamente alcun posizionamento nel mercato televisivo digitale.
Si rende pertanto necessario individuare soluzioni concrete che permettano alle tv locali di poter partecipare al processo di transizione con pari opportunità rispetto agli operatori nazionali.
Il problema è infatti legato esclusivamente alla fase della transizione, in quanto, al momento dello switch-off, le tv locali potranno utilizzare i propri canali, per trasmissioni digitali 24 ore su 24, senza alcun problema, posto che l’utenza, a partire dallo stesso witch-off, riceverà le trasmissioni solo in digitale.
La proposta di Aeranti-Corallo è pertanto quella di prevedere l’obbligo per le reti televisive nazionali, durante il solo periodo della transizione, di veicolare nei propri bouquet i programmi delle tv locali prive di canali idonei per il simulcast, sulla base di criteri e modalità rigorosamente definiti dalla Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Allo stesso tempo le tv locali, con canali ridondanti, potrebbero raggiungere
accordi con le reti nazionali per veicolare i programmi delle stesse nelle zone non servite dalle medesime.
In questo modo verrebbero realizzate sinergie virtuose finalizzate a favorire la transizione al digitale, con pari opportunità per tutti i soggetti del sistema.
Un quadro preciso di ciò che sarà possibile fare, potrà essere ricavato dal database delle frequenze televisive che il Ministero delle Comunicazioni e l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni intendono realizzare entro gennaio 2007.
Sul tema Aeranti-Corallo evidenzia comunque l’esigenza di realizzare tale database senza oneri a carico delle imprese.
Per quanto riguarda invece il digitale radiofonico, Aeranti-Corallo ritiene fondamentale che il Ministero delle Comunicazioni non emani il bando di gara per il rilascio delle licenze per il DAB-T senza aver preventivamente risolto il problema della particolare limitatezza del numero di frequenze attualmente previsto per le trasmissioni con tale tecnologia, in relazione al numero delle emittenti radiofoniche locali e nazionali operanti in analogico.
Un diverso modo di procedere rappresenterebbe una inaccettabile scelta di enorme ridimensionamento del comparto radiofonico privato.
Infatti, sulla base delle valutazioni tecniche operate da Aeranti-Corallo, potranno accedere al DAB-T sei imprese radiofoniche nazionali private, rispetto alle quindici attualmente operanti e tra 126 e 186 imprese radiofoniche locali, rispetto alle circa 1100 attualmente operanti.
Aeranti-Corallo propone pertanto che il Ministero delle Comunicazioni promuova un tavolo di confronto tra lo stesso Ministero, l’AGCOM e le associazioni delle emittenti radiofoniche nazionali e locali per affrontare la problematica ed individuare le possibili soluzioni come l’ampliamento delle risorse frequenziali per il T-DAB, ovvero l’adozione di nuovi standard tecnici, diversi dal T-DAB, per le trasmissioni radiofoniche digitali, con conseguente modifica della normativa in materia, come è recentemente avvenuto in Francia.
Aeranti-Corallo ritiene inoltre molto importante la previsione di incentivi per l’innovazione tecnologica da parte delle imprese radiofoniche e televisive locali.
Aeranti-Corallo sollecita altresì l’accelerazione dell’iter per l’erogazione dei contributi per le imprese radiofoniche locali di cui al Decreto del Ministro delle Comunicazioni 1° ottobre 2002, n. 225 relativamente agli anni 2002, 2003, 2004 e 2005.
L’ufficio competente della DGSCER del Ministero delle Comunicazioni, nelle scorse settimane, ha assicurato il massimo impegno per la soluzione della problematica e ciò viene accolto con soddisfazione da Aeranti-Corallo.
Si ritiene comunque opportuno un intervento regolamentare finalizzato a semplificare l’attività istruttoria di tali pratiche, valutando, sulla base della esperienza maturata per gli analoghi contributi nel settore televisivo, di prevedere la redazione di graduatorie su base regionale, affidate ai Corecom.
E’ inoltre importante dare soluzione ai molti problemi che riguardano la materia delle provvidenze editoria, sia per il comparto radiofonico che per quello televisivo.
Senza una soluzione immediata il sistema delle provvidenze che, negli anni, ha particolarmente favorito la realizzazione di una informazione radiotelevisiva locale di qualità, rischia di azzerarsi, con gravissimo danno per le imprese e per la collettività.
Infine, con riferimento alla annunciata imminente nuova regolamentazione dei diritti per la trasmissione di eventi sportivi, evidenziamo l’importanza che tale regolamentazione tenga adeguatamente conto della posizione delle emittenti locali e permetta quindi la coesistenza di diritti nazionali e locali sugli eventi di interesse per il territorio.
In conclusione, le scelte legislative e regolamentari che verranno assunte sui temi richiamati, condizioneranno sicuramente tutti i futuri scenari del comparto radiotelevisivo.
Per questo, se da parte del Parlamento, del Governo e della Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ognuno per quanto di propria competenza, si ritiene che l’emittenza locale debba continuare ad avere un ruolo nel nostro sistema radiotelevisivo è necessario che vengano assunte scelte nette e chiare, scelte che permettano alle nostre imprese di poter effettivamente competere nel mercato e nella transizione al digitale.