(17 febbraio 2021) Si è svolto nei giorni scorsi – in modalità videoconferenza, l’incontro del sottogruppo dell’RSPG (Radio Spectrum Policy Group) dedicato al coordinamento inter-frontaliero nell’uso delle frequenze (c.d. “Good offices”).
Numerosi gli argomenti trattati, tra cui le interferenze presenti sulla fascia adriatica.
In particolare, si legge nel report, per quanto riguarda il Dab-t, l’Autorità italiana che si occupa della pianificazione delle frequenze (cioè l’Agcom) dovrà emanare il nuovo Piano non appena verrà firmato l’accordo Adriatico, presumibilmente entro la prossima estate.
Tutti gli altri accordi bilaterali sono già stati firmati (in particolare con la Francia, Monaco, Svizzera, Austria e Malta).
L’Italia – prosegue il report – utilizzerà solo i diritti GE06 e risorse aggiuntive concordate con i Paesi confinanti.
La mancanza di un accordo di coordinamento nel cluster adriatico sta rallentando la predisposizione e la successiva emanazione, da parte dell’Agcom, del nuovo Piano di assegnazione delle frequenze per la radiofonia digitale terrestre Dab+, piano che, comunque, non potrà trovare piena e concreta attuazione prima di luglio 2022.
Ricordiamo che l’attuale situazione del Dab in Italia penalizza particolarmente l’emittenza locale, in quanto la stessa non può operare in circa 2/3 del territorio italiano (mentre l’emittenza nazionale ha attivato reti operanti in Dab+ su tutto il territorio nazionale, e, nel frattempo, si sta sviluppando il mercato dei ricevitori).
Per risolvere, almeno temporaneamente, la situazione, Aeranti-Corallo ha proposto l’attuazione di una modifica del Regolamento di cui alla delibera Agcom n. 664/09/CONS e s.m.i., dando la possibilità di attivare (fino all’attuazione del nuovo piano delle frequenze), nelle regioni dove l’emittenza radiofonica locale non può, attualmente trasmettere in tecnologia digitale Dab+, impianti provvisori, su base non interferenziale. (FC)
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