L’Associazione si prefigge lo scopo prioritario di promuovere lo sviluppo e l’affermazione delle radiodiffusioni in tecnica digitale in Italia valorizzando il mezzo radiofonico, garantendone l’evoluzione tecnologica nell’assoluto rispetto del pluralismo, del servizio ai cittadini, del dettato regolamentare della legge vigente e senza alcuna discriminazione nei confronti degli operatori del settore.
L’Associazione intende agire confrontandosi costantemente con le Istituzioni ed in particolare con il Ministero delle Comunicazioni e con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
L’avvio delle diffusioni digitali radiofoniche avvenuto in fase sperimentale non è sufficiente a garantire un corretto sviluppo del settore e non può offrire alcun servizio affidabile per i cittadini.
L’azione prioritaria è, dunque, convogliata alla definizione della disciplina di avvio della fase ordinaria con la scelta dei criteri di rilascio delle licenze di operatore di rete radiofonico, i requisiti specifici dei soggetti richiedenti, le caratteristiche tecnico operative delle reti, la tipologia dei programmi diffusi e l’implementazione della rete di diffusione.
Le diffusioni in tecnica digitale sono la naturale evoluzione di quelle in atto in tecnologia analogica e pertanto spettano prioritariamente agli attuali soggetti concessionari che debbono poter avviare la propria fase di transizione. A ciascuno di loro deve essere garantita questa opportunità, di norma limitatamente alle aree di diffusione servite in tecnica analogica, in ogni caso senza modificare la tipologia di ambito diffusivo oggetto della vigente concessione. Altrettante garanzie devono riguardare le diffusioni radiofoniche in tecnica digitale effettuate dalla Concessionaria per il servizio pubblico radiotelevisivo che avverranno secondo la disciplina attualmente vigente e nel puntuale rispetto del Contratto di servizio sia per quelle in ambito nazionale sia per quelle regionali.
In considerazione del fatto che le risorse a disposizione sono attualmente limitate, tali da non permettere a ciascun soggetto di poter esercire una propria rete indipendente, l’Associazione indica nelle forme consortili, costituite secondo precisi vincoli statutari che garantiscano l’accesso ed il pluralismo, composte esclusivamente dalle imprese oggi titolari di concessione per la radiodiffusione sonora, l’unica possibile forma per ottenere il rilascio delle licenze di operatore di rete da parte dei privati. Si ritiene, altresì, che tale rilascio debba avvenire con procedure separate tra operatori locali e operatori nazionali.
L’Associazione auspica altresì una piena e fattiva collaborazione, anche operativa, tra i concessionari privati e la Concessionaria per il servizio pubblico realizzata direttamente o attraverso società da quest’ultima controllate.
Il principio ispiratore sarà quello del migliore e più efficiente utilizzo delle risorse spettrali. Il metodo trova giustificazione dalle indicazioni contenute in tutte le norme regolamentari e concretezza nella particolare flessibilità tecnologica degli standard tecnici.
Altrettanto imprescindibile è la completa separazione delle reti di diffusione destinate ai programmi nazionali da quelle destinate ai programmi locali. Con ciò, si intende affermare che le reti per l’ambito nazionale vengono realizzate in modalità SFN (Single Frequency Network). I sistemi di rete per i programmi locali opereranno in coerenza con la specificità di questo servizio rispettando, comunque, il principio generale del razionale ed efficiente utilizzo delle risorse.
L’Associazione ritiene che la porzione di spettro radioelettrico da destinare alle diffusioni radiofoniche in tecnica digitale sia prioritariamente la banda VHF III nella sua canalizzazione internazionale, recentemente ribadita nella conferenza di Ginevra 2006 (RRC06), destinando a ciascun operatore una porzione definita di eguale capacità e larghezza. Non può, pertanto, essere ulteriormente accettata la pratica di utilizzo di interstizi o intercanali sia per la residua attività sperimentale sia per le diffusioni ordinarie. In aggiunta alla citata banda VHF III, si ritiene accettabile l’utilizzo della banda UHF – L come integrazione della precedente e sempre che sia tecnicamente indispensabile per il completamento delle coperture assegnate.
In questo contesto, l’Associazione chiede con forza alle Istituzioni ed in particolare all’Autorità ed al Ministero delle comunicazioni di garantire un equilibrato sviluppo e transizione del sistema radiofonico e televisivo in modo tale da non generare distorsioni di mercato e di pluralismo. In particolare, si intende operare affinché il “dividendo digitale” generato dalla transizione televisiva verso la tecnica numerica delle diffusioni, oggi operanti nella banda VHF III, sia destinato prioritariamente alla radiofonia, così come l’Amministrazione italiana, nel corso della definizione degli accordi internazionali bilaterali con i paesi confinanti, dovrà garantire le necessarie risorse per le nuove diffusioni radiofoniche digitali al pari di quelle televisive.
E’ altresì necessario che il graduale rilascio delle frequenze della banda VHF III per la loro conversione alle diffusioni radiofoniche avvenga non su base volontaria degli attuali utilizzatori, ma con un provvedimento regolamentare che coinvolga tutti gli operatori e garantisca la prosecuzione delle diffusioni del servizio pubblico attraverso soluzioni idonee per la loro ricezione da parte dei cittadini.
L’Associazione prende atto con soddisfazione che il sistema radiofonico italiano esprime una vasta pluralità di soggetti operanti in ambito locale e nazionale con un offerta estremamente ampia e differenziata di programmi. La transizione al digitale deve prioritariamente, come previsto dalla normativa vigente, garantire il permanere di questo rilevante pluralismo ampliando, ove possibile, il numero e la tipologia dei contenuti trasmessi. E’ altresì auspicabile che si creino, in relazione alle risorse frequenziali che saranno rese disponibili, le migliori condizioni per l’avvio dell’attività di operatore di rete e che la predetta attività rispecchi le esigenze di mercato e di pluralismo.
L’Associazione si pone l’obiettivo di sollecitare l’Autorità ed il Ministero delle comunicazioni a procedere al rilascio delle licenze per gli operatori di rete individuando immediatamente il numero minimo degli stessi suddivisi tra servizio nazionale e locale e, quindi, anche in relazione all’andamento delle diffusioni televisive digitali terrestri, affinché siano assegnate loro le frequenze per l’avvio delle diffusioni possibilmente su tutto il bacino di competenza o, comunque, su parti di esso fino al raggiungimento della copertura integrale del bacino stesso. Contemporaneamente al rilascio delle licenze per gli operatori di rete, dovrà cessare definitivamente ogni attività di sperimentazione.
In ogni caso, l’Associazione ritiene necessario che si ponga al più presto fine a qualsiasi ulteriore attivazione di impianti di diffusione radiofonica in tecnica digitale, anche se provvisoriamente autorizzate per la sperimentazione, operanti nei così detti “intercanali o interstizi” della attuale canalizzazione italiana della banda VHF III, in quanto qualsiasi nuova attivazione in tale banda non è più funzionale ad alcuna necessità sperimentale.
L’Associazione ritiene, inoltre, che l’attività sperimentale, in qualsiasi forma esercitata, non possa essere svolta in modo da simulare all’utenza un servizio ordinario e con un sistema di diffusione strutturalmente organizzato con vere e proprie reti di diffusione su larga scala e che, comunque, non possa costituire surrettiziamente un sistema stabilmente organizzato per la diffusione di programmi radiofonici in tecnica digitale. Infatti, l’obiettivo della sperimentazione deve essere di carattere chiaramente scientifico e, pertanto, la stessa deve essere finalizzata alla individuazione delle allocazioni dei punti di diffusione primari, alla valutazione dei parametri di esercizio ed infine alla verifica della compatibilità degli apparati riceventi.
L’Associazione ritiene che le diffusioni terrestri debbano avvenire secondo i protocolli riferiti agli standard DAB+ / DMB dando assoluta priorità ai servizi audio dei concessionari, oggi, in legittima attività e successivamente permettendo nuovi servizi multimediali ed infine a ulteriori servizi, anche di “nuovi soggetti” entranti nel sistema. In virtù di ciò, si proporrà all’Autorità il mantenimento degli attuali limiti per le diffusioni audio sulla piattaforma DVB-H.
L’Associazione chiede che la regolamentazione dell’Autorità in materia di radiodiffusioni sonore in tecnica digitale disciplini anche le reti terrestri integrative delle trasmissioni radiofoniche satellitari destinate anche alla ricezione diretta in mobilità.
In particolare dovrà essere definito l’ambito ed i limiti di utilizzo delle reti terrestri integrative stante il loro carattere secondario rispetto alla diffusione satellitare
La gara pubblica per l’assegnazione delle frequenze di esercizio di tali reti integrative dovrà avvenire anche sulla base delle previsioni della disciplina comunitaria.
L’Associazione favorirà, ove possibile, la condivisione dei siti e degli impianti tra i propri associati ed i consorzi rappresentati.
L’Associazione opererà affinchè al più presto il Ministero delle comunicazioni, in accordo con l’Autorità e con i ministeri interessati, definisca, con atto amministrativo, le caratteristiche minime degli apparati riceventi venduti in Italia nel pieno rispetto della neutralità tecnologica e della interoperatività degli stessi sia per le diffusioni analogiche che digitali.
L’Associazione porrà in atto le opportune iniziative affinché sia possibile rendere disponibili agli operatori del settore metodologie di testing di apparati e applicazioni.
L’Associazione promuoverà, già nell’anno in corso, una serie di iniziative pubbliche rivolte a tutti gli operatori radiofonici al fine di favorire la conoscenza dello stato di evoluzione tecnologica del settore, nonché ulteriori iniziative di comunicazione e di confronto che coinvolgano tutti gli operatori del settore (broadcasters, operatori di rete, fornitori di contenuti e di servizi, costruttori di apparati, etc.), nonché i consumatori e gli ascoltatori.
Il presente documento è approvato all’unanimità dell’assemblea del 21 aprile 2008 e sottoscritto dai rappresentanti di ciascuna entità partecipante all’Associazione.
L’Associazione intende agire confrontandosi costantemente con le Istituzioni ed in particolare con il Ministero delle Comunicazioni e con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
L’avvio delle diffusioni digitali radiofoniche avvenuto in fase sperimentale non è sufficiente a garantire un corretto sviluppo del settore e non può offrire alcun servizio affidabile per i cittadini.
L’azione prioritaria è, dunque, convogliata alla definizione della disciplina di avvio della fase ordinaria con la scelta dei criteri di rilascio delle licenze di operatore di rete radiofonico, i requisiti specifici dei soggetti richiedenti, le caratteristiche tecnico operative delle reti, la tipologia dei programmi diffusi e l’implementazione della rete di diffusione.
Le diffusioni in tecnica digitale sono la naturale evoluzione di quelle in atto in tecnologia analogica e pertanto spettano prioritariamente agli attuali soggetti concessionari che debbono poter avviare la propria fase di transizione. A ciascuno di loro deve essere garantita questa opportunità, di norma limitatamente alle aree di diffusione servite in tecnica analogica, in ogni caso senza modificare la tipologia di ambito diffusivo oggetto della vigente concessione. Altrettante garanzie devono riguardare le diffusioni radiofoniche in tecnica digitale effettuate dalla Concessionaria per il servizio pubblico radiotelevisivo che avverranno secondo la disciplina attualmente vigente e nel puntuale rispetto del Contratto di servizio sia per quelle in ambito nazionale sia per quelle regionali.
In considerazione del fatto che le risorse a disposizione sono attualmente limitate, tali da non permettere a ciascun soggetto di poter esercire una propria rete indipendente, l’Associazione indica nelle forme consortili, costituite secondo precisi vincoli statutari che garantiscano l’accesso ed il pluralismo, composte esclusivamente dalle imprese oggi titolari di concessione per la radiodiffusione sonora, l’unica possibile forma per ottenere il rilascio delle licenze di operatore di rete da parte dei privati. Si ritiene, altresì, che tale rilascio debba avvenire con procedure separate tra operatori locali e operatori nazionali.
L’Associazione auspica altresì una piena e fattiva collaborazione, anche operativa, tra i concessionari privati e la Concessionaria per il servizio pubblico realizzata direttamente o attraverso società da quest’ultima controllate.
Il principio ispiratore sarà quello del migliore e più efficiente utilizzo delle risorse spettrali. Il metodo trova giustificazione dalle indicazioni contenute in tutte le norme regolamentari e concretezza nella particolare flessibilità tecnologica degli standard tecnici.
Altrettanto imprescindibile è la completa separazione delle reti di diffusione destinate ai programmi nazionali da quelle destinate ai programmi locali. Con ciò, si intende affermare che le reti per l’ambito nazionale vengono realizzate in modalità SFN (Single Frequency Network). I sistemi di rete per i programmi locali opereranno in coerenza con la specificità di questo servizio rispettando, comunque, il principio generale del razionale ed efficiente utilizzo delle risorse.
L’Associazione ritiene che la porzione di spettro radioelettrico da destinare alle diffusioni radiofoniche in tecnica digitale sia prioritariamente la banda VHF III nella sua canalizzazione internazionale, recentemente ribadita nella conferenza di Ginevra 2006 (RRC06), destinando a ciascun operatore una porzione definita di eguale capacità e larghezza. Non può, pertanto, essere ulteriormente accettata la pratica di utilizzo di interstizi o intercanali sia per la residua attività sperimentale sia per le diffusioni ordinarie. In aggiunta alla citata banda VHF III, si ritiene accettabile l’utilizzo della banda UHF – L come integrazione della precedente e sempre che sia tecnicamente indispensabile per il completamento delle coperture assegnate.
In questo contesto, l’Associazione chiede con forza alle Istituzioni ed in particolare all’Autorità ed al Ministero delle comunicazioni di garantire un equilibrato sviluppo e transizione del sistema radiofonico e televisivo in modo tale da non generare distorsioni di mercato e di pluralismo. In particolare, si intende operare affinché il “dividendo digitale” generato dalla transizione televisiva verso la tecnica numerica delle diffusioni, oggi operanti nella banda VHF III, sia destinato prioritariamente alla radiofonia, così come l’Amministrazione italiana, nel corso della definizione degli accordi internazionali bilaterali con i paesi confinanti, dovrà garantire le necessarie risorse per le nuove diffusioni radiofoniche digitali al pari di quelle televisive.
E’ altresì necessario che il graduale rilascio delle frequenze della banda VHF III per la loro conversione alle diffusioni radiofoniche avvenga non su base volontaria degli attuali utilizzatori, ma con un provvedimento regolamentare che coinvolga tutti gli operatori e garantisca la prosecuzione delle diffusioni del servizio pubblico attraverso soluzioni idonee per la loro ricezione da parte dei cittadini.
L’Associazione prende atto con soddisfazione che il sistema radiofonico italiano esprime una vasta pluralità di soggetti operanti in ambito locale e nazionale con un offerta estremamente ampia e differenziata di programmi. La transizione al digitale deve prioritariamente, come previsto dalla normativa vigente, garantire il permanere di questo rilevante pluralismo ampliando, ove possibile, il numero e la tipologia dei contenuti trasmessi. E’ altresì auspicabile che si creino, in relazione alle risorse frequenziali che saranno rese disponibili, le migliori condizioni per l’avvio dell’attività di operatore di rete e che la predetta attività rispecchi le esigenze di mercato e di pluralismo.
L’Associazione si pone l’obiettivo di sollecitare l’Autorità ed il Ministero delle comunicazioni a procedere al rilascio delle licenze per gli operatori di rete individuando immediatamente il numero minimo degli stessi suddivisi tra servizio nazionale e locale e, quindi, anche in relazione all’andamento delle diffusioni televisive digitali terrestri, affinché siano assegnate loro le frequenze per l’avvio delle diffusioni possibilmente su tutto il bacino di competenza o, comunque, su parti di esso fino al raggiungimento della copertura integrale del bacino stesso. Contemporaneamente al rilascio delle licenze per gli operatori di rete, dovrà cessare definitivamente ogni attività di sperimentazione.
In ogni caso, l’Associazione ritiene necessario che si ponga al più presto fine a qualsiasi ulteriore attivazione di impianti di diffusione radiofonica in tecnica digitale, anche se provvisoriamente autorizzate per la sperimentazione, operanti nei così detti “intercanali o interstizi” della attuale canalizzazione italiana della banda VHF III, in quanto qualsiasi nuova attivazione in tale banda non è più funzionale ad alcuna necessità sperimentale.
L’Associazione ritiene, inoltre, che l’attività sperimentale, in qualsiasi forma esercitata, non possa essere svolta in modo da simulare all’utenza un servizio ordinario e con un sistema di diffusione strutturalmente organizzato con vere e proprie reti di diffusione su larga scala e che, comunque, non possa costituire surrettiziamente un sistema stabilmente organizzato per la diffusione di programmi radiofonici in tecnica digitale. Infatti, l’obiettivo della sperimentazione deve essere di carattere chiaramente scientifico e, pertanto, la stessa deve essere finalizzata alla individuazione delle allocazioni dei punti di diffusione primari, alla valutazione dei parametri di esercizio ed infine alla verifica della compatibilità degli apparati riceventi.
L’Associazione ritiene che le diffusioni terrestri debbano avvenire secondo i protocolli riferiti agli standard DAB+ / DMB dando assoluta priorità ai servizi audio dei concessionari, oggi, in legittima attività e successivamente permettendo nuovi servizi multimediali ed infine a ulteriori servizi, anche di “nuovi soggetti” entranti nel sistema. In virtù di ciò, si proporrà all’Autorità il mantenimento degli attuali limiti per le diffusioni audio sulla piattaforma DVB-H.
L’Associazione chiede che la regolamentazione dell’Autorità in materia di radiodiffusioni sonore in tecnica digitale disciplini anche le reti terrestri integrative delle trasmissioni radiofoniche satellitari destinate anche alla ricezione diretta in mobilità.
In particolare dovrà essere definito l’ambito ed i limiti di utilizzo delle reti terrestri integrative stante il loro carattere secondario rispetto alla diffusione satellitare
La gara pubblica per l’assegnazione delle frequenze di esercizio di tali reti integrative dovrà avvenire anche sulla base delle previsioni della disciplina comunitaria.
L’Associazione favorirà, ove possibile, la condivisione dei siti e degli impianti tra i propri associati ed i consorzi rappresentati.
L’Associazione opererà affinchè al più presto il Ministero delle comunicazioni, in accordo con l’Autorità e con i ministeri interessati, definisca, con atto amministrativo, le caratteristiche minime degli apparati riceventi venduti in Italia nel pieno rispetto della neutralità tecnologica e della interoperatività degli stessi sia per le diffusioni analogiche che digitali.
L’Associazione porrà in atto le opportune iniziative affinché sia possibile rendere disponibili agli operatori del settore metodologie di testing di apparati e applicazioni.
L’Associazione promuoverà, già nell’anno in corso, una serie di iniziative pubbliche rivolte a tutti gli operatori radiofonici al fine di favorire la conoscenza dello stato di evoluzione tecnologica del settore, nonché ulteriori iniziative di comunicazione e di confronto che coinvolgano tutti gli operatori del settore (broadcasters, operatori di rete, fornitori di contenuti e di servizi, costruttori di apparati, etc.), nonché i consumatori e gli ascoltatori.
Il presente documento è approvato all’unanimità dell’assemblea del 21 aprile 2008 e sottoscritto dai rappresentanti di ciascuna entità partecipante all’Associazione.