cs 35/2002
COMUNICATO STAMPA
Le imprese radiotelevisive locali italiane |
Roma, lì 7/5/2002
L’AVV. MARCO ROSSIGNOLI, COORDINATORE NAZIONALE AERANTI‑CORALLO, CONTESTA LA BOZZA DI REGOLAMENTO DEL COMUNE DI ANCONA IN MATERIA DI LIMITI DI CAMPO ELETTROMAGNETICO E PREANNUNCIA RICORSO AL TAR
SE IL REGOLAMENTO VENISSE EMANATO NON SAREBBE PIU’ POSSIBILE SERVIRE ADEGUATAMENTE PARTE DELLA CITTA’ DI ANCONA CON LE TRASMISSIONI RADIOTELEVISIVE
Con riferimento alla bozza di regolamento del Comune di Ancona in materia di limiti di campo elettromagnetico, l’avv. Marco Rossignoli, coordinatore nazionale AERANTI-CORALLO, la federazione di categoria aderente a Confcommercio che rappresenta 1.141 imprese radiotelevisive private, di cui 41 nella regione Marche, ha dichiarato:
“Premesso che la salute dei cittadini deve essere tutelata prima di ogni altro diritto e che le emissioni radioelettriche debbano avvenire nel pieno rispetto di tale principio, va chiarito che la presenza di antenne sul territorio non equivale alla sussistenza di un pericolo per la salute. L’introduzione di limiti ancora più rigorosi di quelli previsti dalla normativa statale (che è già particolarmente rigorosa rispetto a quella di tutti gli altri paesi europei e delle raccomandazioni dell’Unione europea in materia), come vorrebbe fare il comune di Ancona, è inaccettabile in quanto non è possibile disciplinare la materia in modo differenziato nelle varie zone d’Italia (si veda l’art. 4, comma 1, lettera a della legge 22 febbraio 2001 n. 36 che prevede appunto che lo stato eserciti le funzioni di determinazione dei limiti in materia “in considerazione del preminente interesse nazionale alla definizione di criteri unitari e di normative omogenee…”).
Peraltro – ha proseguito Rossignoli – la previsione di una distanza minima di 800 metri dalle abitazioni per l’installazione e l’esercizio di impianti di trasmissione radiofonica e televisiva ha come conseguenza la cessazione del servizio radiotelevisivo in tutto il centro di Ancona e nel quartiere Adriatico che, data l’orografia del terreno, non è possibile servire adeguatamente in modo diverso rispetto a quello attuale. In buona sostanza, emanare il regolamento con tale previsione significa non far più ricevere la radio e la televisione (o farla ricevere molto male) in buona parte della città di Ancona.”
L’avv. Rossignoli ha pertanto preannunciato che qualora il regolamento venisse emanato le imprese radiofoniche e televisive saranno costrette a proporre ricorso al Tar, sulla base anche dei precedenti della Magistratura amministrativa che hanno ritenuto l’incompetenza delle amministrazioni comunali a disciplinare la materia (sentenza Tar Veneto n. 347/2002).
Per informazioni: 348 4454981
AERANTI-CORALLO, aderente alla Confcommercio, rappresenta 1.141 imprese radiofoniche e televisive locali italiane |