L’aumento dei costi di energia elettrica per alimentare gli impianti di trasmissione sta diventando insostenibile

(8 settembre 2022)   La corsa inarrestabile dei prezzi delle materie prime energetiche e dell’inflazione che viaggia intorno all’8 per cento – in gran parte determinata proprio dalle tensioni sulle materie prime causate dal conflitto bellico in Ucraina – si sta abbattendo sui bilanci delle imprese, con un aumento delle bollette che, di giorno in giorno, sta diventando sempre più insostenibile.

In questo contesto, i costi per l’energia elettrica per alimentare gli impianti di trasmissione delle imprese radiotelevisive si sono mediamente raddoppiati, con evidenti conseguenze per l’andamento economico delle imprese stesse.

Secondo una stima dell’Ufficio Studi di Confcommercio, cui aderisce Aeranti-Corallo, da qui fino ai primi sei mesi del 2023, sono a rischio circa 120 mila imprese del terziario di mercato.

Gli interventi normativi degli ultimi mesi, sia quelli riguardanti le circa tremila imprese cosiddette “energivore” cioè a forte consumo di energia elettrica, come definite dal Decreto ministeriale 21 dicembre 2017 (tra le quali non vi sono le emittenti locali), sia quelli riguardanti le imprese (diverse dalle energivore) come le emittenti locali, dotate di contatori di energia elettrica in alcuni casi di potenza disponibile inferiore a 16,5 kW (per tali imprese gli interventi normativi sono stati minimali) e, in altri casi, di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, si sono rivelati piuttosto deboli per contrastare efficacemente l’incremento dei costi di energia elettrica.

Con riferimento al secondo e terzo trimestre 2022, infatti, come è noto, il credito di imposta riconosciuto alle imprese energivore è del 25 per cento delle spese ammissibili per l’acquisto della componente energetica effettivamente utilizzata, mentre il credito di imposta riconosciuto alle imprese dotate di contatori di energia elettrica di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW (tra le quali vi sono varie emittenti locali) è del 15 per cento delle spese ammissibili per l’acquisto della componente energetica effettivamente utilizzata.

Le imprese dotate esclusivamente di contatori di energia elettrica di potenza disponibile inferiore a 16,5 kW (tra le quali vi sono varie emittenti locali) non fruiscono di crediti di imposta, ma beneficiano solo dell’azzeramento degli oneri generali di sistema del settore elettrico.

In ogni caso, essendo l’aumento dei costi di energia elettrica una problematica che riguarda tutte le tipologie di imprese, è evidente che, per pervenire a soluzioni valide, la stessa debba essere affrontata dalle rappresentanze associative confederali e non dalle singole associazioni di categoria.
Confcommercio – Imprese per l’Italia, cui aderisce Aeranti-Corallo, è in questi giorni è particolarmente impegnata sul tema.

In particolare, le prime proposte formulate da Confcommercio – Imprese per l’Italia sono le seguenti:
a) incremento del credito di imposta dal 15% al 50% nel caso di aumenti del costo dell’energia superiori al 100% (misura da estendersi anche all’ultimo trimestre del corrente anno);
b) possibilità di rateizzazione di tutte le bollette che si ricevono fino a dicembre 2022;
c) incremento fino al 90% della copertura offerta dal Fondo di Garanzia per le PMI anche per i finanziamenti richiesti dalle imprese per far fronte alla esigenza di liquidità determinata dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica;
d) accessibilità al credito di imposta anche per le imprese che non sono titolari di POD di potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW.

La problematica dovrà, in ogni caso, essere oggetto di approfondito confronto, per trovare efficaci soluzioni definitive (es. tetto alle spese di energia elettrica; copertura integrale dei maggiori costi, etc, temi sui quali molte forze politiche si stanno esprimendo in questi giorni nell’ambito della campagna elettorale)  con il nuovo Governo che si insedierà, all’esito delle elezioni politiche del 25 settembre p.v.
Sul punto sarà, comunque, molto rilevante la posizione che verrà assunta a livello europeo per contenere i costi della energia elettrica e per sostenere le imprese.

(Nella foto: il coordinatore Aeranti-Corallo e presidente Aeranti, avv. Marco Rossignoli)