L’Agcom invia segnalazione al Governo sulla par condicio

(31 luglio 2023)    L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deliberato di inviare al Governo una segnalazione in merito alla legge 22 febbraio 2000 n. 28 (c.d. “legge sulla Par condicio”). L’atto è motivato dall’esigenza di una revisione della normativa sull’accesso ai mezzi di comunicazione durante le campagne elettorali alla luce dei nuovi scenari tecnologici e comunicativi.

Analizzando le asimmetrie e le criticità rilevate nel corso dell’applicazione ultraventennale della legge n. 28/2000, concepita, tra l’altro, in un contesto analogico, l’Agcom ha deciso di inviare al Governo, informando anche il Parlamento, osservazioni sulla materia. Nel merito, la segnalazione (che è stata pubblicata nel sito Agcom il 29 luglio u.s.), si basa anzitutto sull’analisi del contesto nazionale, tenendo conto delle iniziative dell’Unione europea e comparando anche le esperienze nazionali degli Stati membri.

La segnalazione tiene, inoltre, conto delle recenti sentenze della Giustizia Amministrativa e dà notizia della delibera n.165/23/CONS, recentemente adottata dall’Agcom, che ha equiparato i canali televisivi su web delle testate giornalistiche a quelli diffusi via etere per quanto attiene all’applicazione della par condicio.

Si legge tra l’altro, nelle considerazioni conclusive dell’Autorità, che “l’opportunità di un aggiornamento del quadro normativo in materia di par condicio elettorale scaturisce sia dalle criticità emerse a livello applicativo sia dall’evoluzione del contesto tecnologico e dalle mutate modalità di fruizione di contenuti informativi. Invero, la legge sulla cd. par condicio n. 28 del 2000 disciplina principalmente l’accesso alla comunicazione e all’informazione politica sui mezzi di comunicazione di massa “analogici”, senza consentire l’estensione ai nuovi media.

Inoltre, l’evoluzione del panorama dei media e il ruolo assunto da internet da un lato concorrono ad assicurare una più effettiva partecipazione di tutti i soggetti politici al dibattito mettendo a disposizione più canali informativi; dall’altro lato, l’esigenza di tutela del pluralismo non è più soddisfatta dal controllo, in termini regolamentari e di vigilanza, sui soggetti contemplati dalla legge n. 28, laddove, il panorama informativo online vede la presenza non solo degli editori tradizionali ma anche di altri numerosi soggetti tra i quali spiccano le piattaforme online. Occorre, pertanto, – afferma l’Agcom – superare le asimmetrie normative/regolamentari tra operatori televisivi e radiofonici, sottoposti alle prescrizioni della stessa legge, e gli altri soggetti che veicolano i propri contenuti anche via internet, in linea con l’evoluzione del quadro normativo europeo che tende a ridurre le asimmetrie attribuendo progressive responsabilità anche alle piattaforme online”.

A questo link è pubblicata la segnalazione dell’Agcom al Governo. (FC)

 

Vedi anche

Par condicio per le elezioni amministrative del 14 e 15 maggio 2023. Termine adempimenti MAG per radio e tv locali: 8 aprile 2023