Il SIC 2020 vale 16,5 miliardi di euro

 

(8 novembre 2022)   Con delibera n. 359/22/CONS del 12 ottobre 2022, (pubblicata nel proprio sito internet l’8 novembre 2022), l’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni ha chiuso il procedimento per la determinazione del valore del SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni) per l’anno 2020.

Il valore complessivo del SIC 2020 è pari a 16,5 miliardi di euro (1,0% del Pil nazionale).

Il nuovo Tusma – Testo Unico dei Servizi di media Audiovisivi (D.Lgs 8 novembre 2021, n. 208) ha introdotto una nuova disciplina in materia di posizioni di significativo potere di mercato lesive del pluralismo sostitutiva rispetto a quella contenuta nel previgente art. 43 del D.Lgs 31 luglio 2005, n. 177.

In particolare, in relazione alle attività economiche che formano il SIC, il nuovo art. 3, comma 1, lett. z) del Tusma, espunge dai confini del SIC l’“editoria annuaristica” e le “iniziative di comunicazione di prodotti e servizi” (riconducibili al c.d. below the line), mentre introduce in modo esplicito la “pubblicità online” e le “agenzie di stampa”, contribuendo, in questi ultimi casi, a rimuovere un disallineamento presente nella precedente normativa, che nella definizione del Sistema integrato delle comunicazioni non menzionava la pubblicità online e le agenzie di stampa, pur includendole nella base di calcolo di cui al comma 10 dell’art. 43 del vecchio Testo unico.

Il SIC rappresenta, pertanto, il settore economico comprendente le seguenti attività: stampa quotidiana e periodica, agenzie di stampa, editoria elettronica, anche per il tramite di Internet, radio e servizi di media audiovisivi e radiofonici, cinema, pubblicità esterna, sponsorizzazioni e pubblicità online.

Nella nuova modalità di calcolo del SIC, l’Agcom ha determinato l’ammontare delle singole voci di ricavo (non suddividendo più, come in passato, il SIC per macroaggregati riferiti ai diversi settori, ma evidenziando la composizione del valore economico come previsto dall’art. 51, comma 2 del Tusma (si veda la tab. 1).

 

Raggruppando le tipologie di ricavo in macrocategorie, ossia ricavi da inserzioni pubblicitarie, da vendite di prodotti e servizi agli utenti finali e da fondi pubblici, l’articolazione del SIC consente di evidenziare la maggiore incidenza dei primi (Pubblicità), che costituiscono il 53,6% delle risorse complessive, seguiti da quelli relativi alla Vendita di prodotti e servizi, con un’incidenza del 33,7%, e quelli riferibili ai Fondi pubblici, con un peso del 12,6% del valore complessivo.

Più nel dettaglio, per ciò che attiene ai ricavi da inserzioni pubblicitarie, la componente costituita dalla raccolta (diretta, tramite concessionaria e in qualità di concessionaria) di pubblicità nazionale e locale sui mezzi di informazione tradizionali (quali servizi di media audiovisivi in chiaro e a pagamento; radio; quotidiani; periodici), comprese le televendite e le sponsorizzazioni afferenti ai servizi di media, nonché dalla pubblicità esterna e dalla pubblicità cinematografica raggiunge 4,3 miliardi e rappresenta la porzione maggiore dei ricavi del SIC (25,7%).

La raccolta di pubblicità online, realizzata sia per i propri siti/app, sia per soggetti terzi, comprensiva delle entrate da vendita di spazi pubblicitari sulle diverse piattaforme, incluse le risorse raccolte da motori di ricerca, da piattaforme sociali e di condivisione, vale 4,1 miliardi, collocandosi al secondo posto in termini di incidenza sui ricavi complessivi del SIC (24,6%).

Molto più contenuto è, invece, il peso delle sponsorizzazioni appartenenti al più ampio comparto del c.d. below the line, che equivalgono al 3,3% dell’aggregato (541 milioni).

Nessuno degli operatori ha realizzato, nel 2020, ricavi superiori al 20% del totale del SIC. Nel dettaglio,  evidenzia l’Agcom, considerando i soggetti che detengono quote non inferiori all’1%, ovvero i primi dodici gruppi operanti nelle aree economiche che compongono il SIC – Comcast Corporation/Sky Italian Holdings; RAI Radiotelevisione Italiana; Fininvest (MFE-Mediaset, Mondadori, Mediamond); Alphabet/Google; META/Facebook, Cairo Communication; GEDI Gruppo Editoriale; Netflix; Amazon; DNI Europe Holding Limited/Discovery; Gruppo 24 ORE e Italiaonline – essi rappresentano congiuntamente, con 11,5 miliardi di euro, il 69,4% del SIC, mentre il restante 30,6% dei ricavi totali è caratterizzato dalla presenza di una platea di soggetti piuttosto ampia con quote inferiori all’1% .

In tale contesto, Comcast/Sky si colloca in prima posizione, con un’incidenza dei propri ricavi sul SIC del 16,1%, mentre RAI, con un peso del 14,4% sulle risorse complessive, detiene il secondo posto. Segue il gruppo Fininvest, con una quota complessiva del 10,3%4.

Tra gli altri soggetti, l’Agcom sottolinea la rilevanza delle piattaforme online, con Alphabet/Google, META/Facebook, Netflix e Amazon che si collocano rispettivamente al quarto, quinto, ottavo e nono posto, esibendo quote comunque inferiori all’8%, sebbene nel caso di Alphabet/Google l’incidenza dei propri ricavi sul totale sia prossima a tale soglia.

A questo link è disponibile la delibera n. 359/22/CONS Agcom; a questo link il relativo allegato. (FC)

 

Vedi anche

L’Agcom avvia il procedimento per la valutazione delle dimensioni economiche del SIC per il 2020