(17 marzo 2020) Non è ancora disponibile la versione ufficiale del decreto legge approvato in Consiglio die Ministri lo scorso 16 marzo, recante misure straordinarie per la tutela della salute e il sostegno all’economia (c.d. “decreto cura Italia”).
Sulla base di quanto reso noto dalla Presidenza del Consiglio, il decreto, contrariamente alle aspettative generate dalla bozza di proposte circolata nei giorni scorsi, non contiene uno stanziamento aggiuntivo per i contributi di cui al DPR n. 146/2017.
Il decreto legge non prevede, peraltro, neppure le risorse che sembravano essere state ipotizzate per la Rai e per la carta stampata.
Il provvedimento dovrebbe contenere, invece (qualora la misura sia stata mantenuta rispetto all’ultima serie di proposte rese note) la previsione, per l’anno 2020, di un credito di imposta per gli inserzionisti pubblicitari relativamente alla cosiddetta “pubblicità incrementale” (nella misura del 30 per cento degli investimenti effettuati) e entro il limite massimo di 60 milioni di euro.
La relativa copertura dovrebbe essere imputata per 40 milioni di euro sulla quota spettante alla Presidenza del Consiglio dei Ministri del Fondo per il Pluralismo e l’Innovazione dell’Informazione, e per 20 milioni di euro sulla quota di tale fondo spettante al Ministero dello Sviluppo Economico (attualmente tale quota era di 12,5 milioni di euro). Il citato fondo è stato incrementato, per tali finalità, di 32,5 milioni di euro per l’anno 2020.
Le altre misure di interesse per le imprese contenute nel decreto legge appaiono, in alcuni casi, ancora abbastanza deboli per consentire un effettivo sostegno all’attività.
Aeranti-Corallo auspica, pertanto, misure specifiche per il settore radiotelevisivo locale e ulteriori misure integrative per le imprese, in sede di conversione parlamentare del decreto legge, ovvero con ulteriori provvedimenti. (FC)
(Nella foto: fontana a Palazzo Chigi, sede del Governo. Dal sito www.governo.it)