Documento relativo alla audizione di AERANTI-CORALLO da parte della Commissione Interministeriale sui contenuti digitali nell’era di internet, 7 ottobre 2004

DOCUMENTO RELATIVO ALLA AUDIZIONE DI AERANTI-CORALLO
DA PARTE DELLA COMMISSIONE INTERMINISTERIALE
SUI CONTENUTI DIGITALI NELL’ERA DI INTERNET

 

Il MERCATO

Il mercato può essere suddiviso in differenti aree; certamente per l’emittenza televisiva locale, quello dei contenuti è un tema che presenta diversi aspetti interessanti: l’emittenza locale, infatti, è storicamente forte su temi quali l’informazione e, più in generale, su temi che riguardino direttamente il rapporto del cittadino con il territorio, mentre è debole per quanto riguarda aree legate all’acquisizione di diritti (fiction, trasmissione di eventi sportivi a rilevanza nazionale, ecc.). Fatta questa considerazione, si ritiene opportuno evidenziare come nelle aree in cui è stato segmentato il mercato , ve ne siano diverse che possano rappresentare, per l’emittenza locale, interessanti sbocchi in ordine alla fornitura di servizi all’utenza. Se è vero, infatti, che con la tecnica di trasmissione digitale si possono veicolare non più solo contenuti editoriali tradizionali (l’informazione audiovisiva), ma anche servizi a valore aggiunto, si concretizza l’opportunità, per le imprese televisive locali, di diventare fulcro di una serie di attività legate al territorio, quali la creazione e la gestione di communities, ma anche la fornitura di servizi di t-banking e di t-trading. Inoltre, l’emittente televisiva locale è l’impresa deputata, per sua naturale vocazione, al trasporto di servizi di t-government realizzati dagli enti locali (comuni, province, regioni, comunità montane).
Lo sviluppo dei servizi attraverso la piattaforma digitale terrestre
Le figure attive nello scenario delle televisione digitale terrestre, secondo le previsioni normative contenute nella legge 66/2001 e ribadite dalla legge 112/2004, sono tre:
– l’operatore di rete
– il fornitore di contenuti
– il fornitore di servizi.
Le imprese televisive locali hanno già ampiamente manifestato la propria intenzione di non limitare l’attività futura a quella di semplice fornitore di contenuti, ma di diventare, al tempo stesso, operatori di rete. In tale ambito, giova ricordare come al 30 marzo 2004, data prevista in origine dalla legge 66/2001 come termine ultimo per la richiesta di abilitazione sperimentale alle trasmissioni televisive in tecnica digitale, su circa 590 imprese televisive locali attualmente operanti in Italia, circa 550 avessero presentato tale domanda. Ciò implica che la quasi totalità delle imprese televisive locali ha chiaramente manifestato l’intenzione di non limitare la loro futura attività a quella di fornitore di contenuti, ma anche di diventare operatore di rete, veicolando, oltre ai propri contenuti, contenuti e servizi prodotti da terzi. In tale ambito, si possono ipotizzare alcune strade percorribili dalle emittenti locali.
Esse potranno, nel futuro scenario digitale, diventare carrier di contenuti prodotti da terzi (si pensi ai content provider satellitari, che spesso producono contenuti di valore, ma che non dispongono della capacità trasmessila via etere terrestre per veicolare tali contenuti, oppure ai gruppi editoriali della carta stampata, spesso detentori di diritti anche di pregio, ma che parimenti, non hanno una rete di trasmissione ove veicolarli). Ma la vera sfida innovativa, probabilmente, si giocherà sul fronte della fornitura di servizi.
Le imprese televisive locali potranno, grazie alla loro rete di trasmissione in tecnica digitale, veicolare servizi interattivi di varia natura.

 

La domanda in relazione all’emittenza televisiva locale

E’ opportuno considerare che, nello scenario globale della comunicazione televisiva in Italia, l’emittenza locale ricopre un ruolo significativo soprattutto in quanto rapportata e direttamente interdipendente con il territorio. Lo scenario attuale, in cui operano soggetti nazionali e locali per la fornitura di contenuti audiovisivi, non pare essere un buon punto di partenza per l’analisi del futuro mercato, ciò in quanto la maggiore discriminante è legata alla capacità di acquisire contenuti di pregio, cui corrispondono diritti i cui costi sono difficilmente sostenibili dalle imprese televisive locali, cosa questa su cui non ci può essere, per evidenti motivi di budget, una reale competizione tra emittenza nazionale ed emittenza locale.
Invece, negli scenari futuri, le piattaforme diffusive in ambito locale potranno sicuramente trovare altre chiavi di competizione con quelle nazionali rispetto a oggi. In particolare:
aumenterà la domanda di servizi legati al territorio; nell’ottica di diminuire o, addirittura, in prospettiva eliminare il digital divide, la televisione digitale terrestre in ambito locale può giocare un ruolo assolutamente primario, non sovrapponendosi a quella nazionale, ma offrendo viceversa servizi territoriali unici. Un esempio può essere quello dei cantieri di t-government che stanno per essere avviati grazie al bando CNIPA recentemente chiuso, cantieri in cui le emittenti televisive locali giocano un ruolo tutt’altro che marginale nel veicolare servizi degli enti locali; infatti, i servizi di t-government degli enti locali potranno, anche in futuro, essere veicolati esclusivamente dagli operatori di rete locale, come prevede la legge 66/2001 che riserva esclusivamente ad essi tale possibilità;
l’utenza richiederà servizi commerciali (t-banking, ma anche t-commerce con società operanti sul territorio); ad esempio, potranno essere attivati specifici servizi per acquistare beni da negozi operanti sullo stesso territorio di diffusione della rete locale, mutuando in parte il modello di e-commerce già sviluppato attraverso Internet, ma legandolo in maniera più significativa al territorio;
le reti televisive digitali in ambito locale potranno anche diventare promotrici di communities territoriali, dove gli utenti, anche qui mutuando il modello di Internet, si potranno scambiare esperienze, non in funzione di uno specifico interesse a un argomento, ma alla specifica appartenenza a un territorio.
Dagli esempi suddetti si può intuire come facilmente la domanda di servizi a valore aggiunto, oggi pressoché inesistente, sia destinata a crescere in maniera esponenziale con l’attivazione e il consolidamento di reti di diffusione televisiva digitale in ambito locale.

 

L’offerta in relazione all’emittenza televisiva locale

Fatte le considerazioni di cui sopra, diviene evidente che le imprese televisive locali dovranno sviluppare nuovi modelli di business, andando a intercettare le richieste e i desideri  del pubblico. Un’ipotesi convincente sul futuro degli scenari della tv digitale lascia intravedere l’attivazione di piattaforme diffusive digitali in ambito locale in cui conviveranno contenuti di tipo tradizionale (ovvero i contenuti audiovisivi prodotti dalle stesse emittenti locali e i contenuti audiovisivi veicolati dalle stesse in quanto operatori di rete in ambito locale) con quelli di tipo innovativo.
I cosiddetti servizi a valore aggiunto potranno essere prodotti e gestiti direttamente dalle emittenti televisive locali – che, in questo caso, diventeranno esse stesse fornitori di servizi – oppure potranno essere prodotti da soggetti terzi e veicolati dalle emittenti locali. In entrambi i casi, appare chiaro che la rete di diffusione digitale gestita dagli operatori di rete sarà il punto centrale di qualunque attività legata alla trasmissione digitale terrestre. Infatti, solo coloro che disporranno di una rete di diffusione digitale efficiente e capillare potranno offrire servizi all’utenza.
La Televisione Locale con il pieno sviluppo e diffusione del sistema Digitale diventa essenziale per tutta una serie di nuove offerte:

  • Accordi con tutte le Amministrazioni e gli Enti Locali per fornire servizi di utilità al cittadino (anche se sarò necessaria una certa gradualità per lo sviluppo completo dell’interattività)
  • Sviluppo del sistema ad accesso condizionato anche sul locale per diffusione di incontri di calcio o  di  altre manifestazioni
  • Offerta di banda a strutture locali
  • Creazione di nuovi palinsesti mirati alle esigenze dei territori serviti
  • Sviluppo di accordi tra gli Operatori di rete locale per formulare offerte ai fornitori ci contenuti nazionali per la veicolazione dei loro programmi   sull’intero territorio italiano

 

Le politiche di sviluppo del settore

Affinché le emittenti locali siano messe in condizione di effettuare efficacemente la transizione al digitale, AERANTI-CORALLO ritiene necessario che lo Stato intervenga con contributi specifici destinati agli operatori di rete, nonché con contributi specifici destinati alla realizzazione di contenuti informativi per le emittenti televisive locali.

Inoltre, si dovrà considerare che molto difficilmente il cosiddetto switch off potrà avvenire nei tempi indicati dalla legge 112/2004, in quanto a oggi una limitatissima parte degli utenti si è dotata di un set top box per la ricezione della tv digitale terrestre e, oggettivamente, pare improbabile che nell’arco di tempo di poco più di due anni sia possibile una conversione al digitale di tutti gli oltre i trenta milioni di televisori attualmente accesi nel nostro Paese. Inoltre, le televisioni locali giocano un ruolo decisivo per definire i tempi per il passaggio alla tecnica di trasmissione digitale, in quanto le stesse eserciscono oltre la metà degli impianti attualmente utilizzati in Italia dalla televisione in tecnica analogica, e, di conseguenza, i tempi della conversione al digitale delle emittenti locali condizioneranno forzatamente i tempi di tutti.

 

Considerazioni conclusive

Le Televisioni Locali, vista anche la situazione del mercato delle risorse pubblicitarie, si stanno strutturando sia sotto il profilo tecnico (impianti di alta e bassa frequenza) sia sotto quello creativo e gestionale per essere preparate alla nuova frontiera digitale, dove per evidenti motivi potranno entrarci definitivamente solo quando il sistema sarà adulto ed avrà raggiunto un grado di penetrazione, cioè di decoder installati, tale da poter venir considerato redditizio.
La transizione analogico-digitale sarà certamente un processo complesso del quale, al momento, si ignorano caratteristiche e criticità. Solo un confronto tra la situazione attuale e la situazione a regime e tra le caratteristiche delle reti digitali e quelle delle reti analogiche può consentire di prefigurare gli elementi critici del processo ed i pericoli nascosti nella transizione.
Il principale obiettivo della fase di transizione dovrà essere, inevitabilmente, quello di proteggere le trasmissioni analogiche dall’interferenza delle nuove reti digitali. Le trasmissioni analogiche sono seguite da milioni di spettatori e costituiscono l’unica fonte di reddito pubblicitario di tutti i “broadcaster” italiani. Una diminuzione della qualità della ricezione o dell’estensione del servizio, anche per periodi limitati, potrebbe causare gravi perdite economiche e mettere a serio rischio un settore fondamentale dell’economia