Documento illustrato dall’avv. Marco Rossignoli nel corso dell’Audizione di Aeranti-Corallo in data 10 gennaio 2023 presso la Commissione IV del Senato sulla proposta di regolamento europeo per l’istituzione di un quadro comune per i servizi di media nel mercato interno

Documento illustrato dall’avv. Marco Rossignoli nel corso dell’Audizione di Aeranti-Corallo in data 10 gennaio 2023  in ordine alla proposta di regolamento europeo per l’istituzione di un quadro comune per i servizi di media nel mercato interno

 

AUDIZIONE INFORMALE DI AERANTI-CORALLO

4° COMMISSIONE POLITICHE DELL’UNIONE EUROPEA DEL SENATO DELLA REPUBBLICA

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        COM (2022) 457 – PROPOSTA DI REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO CHE ISTITUISCE UN QUADRO COMUNE PER I SERVIZI DI MEDIA NELL’AMBITO DEL MERCATO INTERNO (LEGGE EUROPEA PER LA LIBERTA’ DEI MEDIA) E MODIFICA LA DIRETTIVA 2010/13/UE

 

MARTEDI’ 10 GENNAIO 2023

Aeranti-Corallo valuta positivamente la previsione di un intervento comunitario finalizzato a pervenire a un quadro comune per i Servizi di media nell’ambito del mercato interno.

In particolare, Aeranti-Corallo ritiene che l’’intervento comunitario dovrebbe consistere nella previsione di principi di carattere generale, piuttosto che nella definizione di norme dettagliate.

In relazione a ciò, si reputa più opportuna la previsione di una direttiva anziché del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, proposto dalla Commissione dell’Unione europea.

Infatti, attraverso la fase di recepimento della direttiva nei vari Stati membri potranno, a nostro parere, essere considerate esaurientemente le peculiarità delle diverse legislazioni nazionali.

Occorre, infatti, tenere conto delle specificità nazionali come quella del sistema radiotelevisivo italiano, basato su un importante numero di fornitori di servizi di media, sia televisivi che radiofonici, operanti in ambito locale.

In Italia operano, infatti, oltre mille fornitori di contenuti radiofonici, in parte a carattere commerciale e in parte a carattere comunitario (cioè espressione di particolari istanze religiose, politiche, culturali o etniche).

L’emittenza radiofonica locale italiana rappresenta circa il quaranta per cento degli ascolti radiofonici e circa il quaranta per cento della raccolta pubblicitaria. Vi sono alcune regioni dove la radio più ascoltata (rispetto a tutte le radio nazionali e locali, pubblica e private, commerciali e comunitarie)  è una radio locale.

Complessivamente, le n. 246 radio locali iscritte a RadioTER 2022 hanno complessivamente 19.507.000 ascoltatori nel giorno medio (dati RadioTER 1° semestre 2022 – i dati del 2° semestre e dell’intero anno 2022 verranno pubblicati nei prossimi giorni).

In Italia operano, inoltre, circa 500 fornitori di servizi di media audiovisivi (FSMA) in ambito locale.

In particolare, i FSMA a carattere commerciale che fruiscono dei contributi statali di cui al DPR n. 146/2017, sono 135 (graduatoria contributi relativa all’anno 2022) e i FSMA a carattere comunitario che fruiscono di tali contributi sono 304 (graduatoria contributi relativa all’anno 2022).

I FSMA rilevati da Auditel nel corso del 2022 sono 181.

Le imprese radiotelevisive locali italiane hanno, complessivamente, circa 2.000 giornalisti alle proprie dipendenze (numero ampiamente superiore a quello dei giornalisti dipendenti delle imprese radiotelevisive nazionali private italiane). Appare, pertanto, evidente che l’intervento comunitario debba tenere conto di tale specificità.

In ogni caso, si ritiene che i principi comuni in materia di pluralismo dei media, nonché di trasparenza, obiettività e verificabilità della misurazione degli indici di ascolto debbano essere oggetto di procedure di autoregolamentazione o di co-regolamentazione e che l’intervento dell’Unione europea, attraverso una direttiva in materia, debba riguardare la protezione delle fonti giornalistiche, la trasparenza e l’equità nella disciplina della allocazione della pubblicità statale e la regolamentazione delle piattaforme online.

In particolare, si ritiene che le misure contenute nella proposta della Commissione europea relativa alla regolamentazione delle piattaforme online siano piuttosto deboli e che sia, pertanto, necessaria una regolamentazione più efficace al riguardo, finalizzata a una maggiore tutela dei fornitori di servizi di media rispetto alle piattaforme online, soprattutto laddove le stesse siano di grandi dimensioni.