(10 aprile 2020) Il Ministero dello Sviluppo economico ha reso noti i dettagli del report, predisposto dalla Fub – Fondazione Ugo Bordoni, con Auditel, relativo alla diffusione degli apparati TV nel periodo gennaio-febbraio 2020.
L’indagine Fub-Auditel ha avuto lo scopo principale di ricostruire il parco dei “tv set dtt” (cioè dell’’insieme degli apparati di una postazione per la fruizione dei canali TV in broadcasting, composta da uno schermo atto allo scopo e da un decoder, integrato o esterno, per la ricezione del segnale broadcast) delle famiglie italiane, nel mese di febbraio 2020.
Tale ricostruzione è stata classificata secondo le caratteristiche tecniche di trasmissione (DVB-T, DVB-T2) e di codifica video (MPEG-2, MPEG-4, HEVC) del relativo decoder DTT (integrato o esterno). I dati sono stati elaborati a marzo 2020.
In particolare, emerge che le famiglie “pronte” alla dismissione dell’Mpeg-2 sono l’84,7% del totale. Si tratta, in particolare, di coloro che riescono a ricevere programmi in HD e dunque che possiedono sicuramente un apparecchio televisivo abilitato almeno alla decodifica MPEG-4 (“famiglieHD”, ossia pronte alla dismissione della tecnica di codifica MPEG-2).
Rispetto alla rilevazione effettuata in precedenza, a settembre 2019, tali famiglie sono aumentate di circa 600.000 unità, superando i 18,7 milioni. In percentuale risultano ora essere l’84,7% del totale.
Diversa è la situazione delle famiglie già pronte alla ricezione di programmi in Dvbt-2. Si tratta di coloro che hanno la disponibilità di almeno un dispositivo in grado di ricevere trasmissioni in Dvbt-2 (e che, dunque, sono pronti alla dimissione del Dvb-2).
Attualmente sono il 42,4% del totale, pari a 9,39 milioni di famiglie (contro il 57,6%, pari a 12,77 milioni di famiglie che, attualmente, non dispone di apparecchi atti alla ricezione del Dvbt-2).
A questo link è disponibile l’indagine completa effettuata dalla Fub assieme ad Auditel. (FC)