Comitato di applicazione Codice di autoregolamentazione tv e minori
Delibera n. 57/05 del 13 dicembre 2005
sull’utilizzazione dei minori in televisione
Il Comitato di applicazione Codice di autoregolamentazione TV e minori ha dovuto più volte portare la propria attenzione sui rischi connessi all’utilizzazione di minori nei programmi televisivi.
Anche sulla base di queste esperienze, ritiene di dover richiamarsi allo spirito e alla lettera del Codice di autoregolamentazione, con particolare riguardo al capo I, in coerenza con tutta la vigente normativa, anche transnazionale.
Sia nell’informazione, sia nella fiction e soprattutto negli ampi spazi occupati dalla programmazione di intrattenimento, la presenza di ragazzi e ragazze costituisce per sé apporto di freschezza e di coinvolgimento simpatetico. Fragile e facilmente violato è tuttavia il confine che separa un legittimo apporto da una strumentalizzazione decisamente non accettabile per il rispetto dovuto ai minori.
Anche a prescindere da casistiche più gravi, è ben possibile che l’ingenuità disarmata dell’infanzia sia utilizzata, anche al di là delle intenzioni e della consapevolezza, essenzialmente per far spettacolo, per accentuare negli adulti effetti emotivi, quando non facile divertimento come quello offerto dal comportamento di goffi pupazzi, anziché di piccoli uomini e piccole donne.
Aspetti negativi si possono ravvisare nei tentativi di “adultizzare” i bambini, di metterli di fronte a suggestioni maliziose, di coinvolgerli in situazioni stressanti soprattutto concernenti i genitori, oppure in competizioni che possono farne dei bimbi-prodigio o all’opposto dei vinti.
Profili come questi risultano avvertiti e arginati in certi casi. In altri casi invece proprio essi tendono a prevalere con pregiudizio per i minori, non importa se con la implicita o esplicita complicità di genitori improvvidi.
Particolare attenzione richiedono i programmi in diretta, nei quali i minori possono essere coinvolti in situazioni non prevedibili e non controllabili. Sconsigliabile appare l’utilizzazione, tanto più se sistematica, di minori in orario serale, con possibile pregiudizio per gli obblighi scolastici, e in ogni caso se protratti oltre il limite della “televisione per tutti” (h. 22.30).
Il Comitato fa affidamento sul senso di responsabilità delle emittenti e degli autori di programmi perché il rispetto per persone nei primi anni di vita, prevalga su ogni altro interesse.
Anche sulla base di queste esperienze, ritiene di dover richiamarsi allo spirito e alla lettera del Codice di autoregolamentazione, con particolare riguardo al capo I, in coerenza con tutta la vigente normativa, anche transnazionale.
Sia nell’informazione, sia nella fiction e soprattutto negli ampi spazi occupati dalla programmazione di intrattenimento, la presenza di ragazzi e ragazze costituisce per sé apporto di freschezza e di coinvolgimento simpatetico. Fragile e facilmente violato è tuttavia il confine che separa un legittimo apporto da una strumentalizzazione decisamente non accettabile per il rispetto dovuto ai minori.
Anche a prescindere da casistiche più gravi, è ben possibile che l’ingenuità disarmata dell’infanzia sia utilizzata, anche al di là delle intenzioni e della consapevolezza, essenzialmente per far spettacolo, per accentuare negli adulti effetti emotivi, quando non facile divertimento come quello offerto dal comportamento di goffi pupazzi, anziché di piccoli uomini e piccole donne.
Aspetti negativi si possono ravvisare nei tentativi di “adultizzare” i bambini, di metterli di fronte a suggestioni maliziose, di coinvolgerli in situazioni stressanti soprattutto concernenti i genitori, oppure in competizioni che possono farne dei bimbi-prodigio o all’opposto dei vinti.
Profili come questi risultano avvertiti e arginati in certi casi. In altri casi invece proprio essi tendono a prevalere con pregiudizio per i minori, non importa se con la implicita o esplicita complicità di genitori improvvidi.
Particolare attenzione richiedono i programmi in diretta, nei quali i minori possono essere coinvolti in situazioni non prevedibili e non controllabili. Sconsigliabile appare l’utilizzazione, tanto più se sistematica, di minori in orario serale, con possibile pregiudizio per gli obblighi scolastici, e in ogni caso se protratti oltre il limite della “televisione per tutti” (h. 22.30).
Il Comitato fa affidamento sul senso di responsabilità delle emittenti e degli autori di programmi perché il rispetto per persone nei primi anni di vita, prevalga su ogni altro interesse.
Il Presidente
Dott. Emilio Rossi