DELIBERA N. 35/05 DEL 12 LUGLIO 2005 PER LE TRASMISSIONI TELEVISIVE DI WRESTLING
Comitato di applicazione Codice di autoregolamentazione tv e minori
Delibera n. 35/05 del 12 luglio 2005 per le trasmissioni televisive di wrestling
Il Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione Tv e minori, anche a seguito di segnalazioni e sollecitazioni, pervenutegli in numero tendenzialmente superiore ad ogni precedente circostanza e di fronte a preoccupazioni manifestate da famiglie, pediatri, associazioni, organi di informazione, ha seguito con ogni dovuta attenzione in piu’ sedute il fenomeno di abnorme interesse, per non dire infatuazione, che va dilagando tra i ragazzi intorno alle pratiche di wrestling.
Alimentata da trasmissioni televisive di varia impostazione, diffuse da grandi emittenti analogiche anche in ora di massimo ascolto, come pure da emittenti satellitari e digitali, in qualche caso anche in fascia protetta (16-19) questa bolla di attrazione quasi patologica, ha assunto anche aspetti decisamente commerciali. Si accompagna infatti sia ad un mercato di figurine, pupazzi, oggetti lucidi o di abbigliamento, sia a spettacolari esibizioni di fronte a pubblici di massa.
In questo contesto si delineano alcuni profili da non sottovalutare, in conformità al principio di precauzione, pur scontando la circostanza che un certo livello di cimento fisico, con corredo di sciabole di legno o copricapi piumati, ha da sempre attratto i ragazzi senza motivare allarmi.
Il Comitato, raccogliendo piu’ indicazioni, richiamandosi ai principi desumibili dall’art. 4, comma 1, lettera b e c, e dall’art. 10 comma 1 e 2 della legge 112/04 a tutela dei minori e dalle norme di comportamento del Codice di autoregolamentazione Tv e minori, sente il dovere di segnalare i rischi potenziali insiti, a carico dei ragazzi, in programmi televisivi di wrestling:
– una mancanza di rispetto della persona umana attraverso scene di violenza (anche se solo apparente) ripetuta e ostentata;
– un incoraggiamento a pulsioni aggressive caratterizzate, quanto meno nell’apparenza, dall’assenza di regole cavalleresche, tanto è vero che si mostra chi aggredisce alle spalle, chi salta su un avversario atterrato, chi ne prende a calci persino il viso anziché aiutarlo a alzarsi, in contrasto con i canoni di una competizione sportiva (se di sport nel caso si può parlare) rispettosa dell’avversario;
– una induzione a comportamenti pregiudizievoli in relazione ad un modello proposto di aggressività spericolata e ripetuta, come appare dalle azioni spettacolari che possono spingere i ragazzi alla emulazione ludica, dilettantesca, non cattiva e tuttavia suscettibile di danneggiare sé e i coetanei, con esiti anche gravissimi, se dovessero intaccare l’area cervicale, come avvertono gli ortopedici;
– un’enfatizzazione tra ragazzi e adolescenti della prestanza muscolare e della forza fisica antagonista, come distintivo di prestigio fra i coetanei,che potrebbe rafforzare una tendenza già insidiosamente in atto;
– un anomalo afflusso di piccoli aspiranti verso centri di addestramento che si improvvisassero senza adeguate garanzie;
– un incentivo diretto o indiretto alla corsa all’acquisto di gadget.
In queste settimane il Comitato ha proceduto, oltre che ad aprire procedimenti formali, ad effettuare interventi persuasivi, diretti a limitare in via di urgenza i possibili effetti negativi di certe trasmissioni, trovando anche significative rispondenze nell’emittenza.
Alimentata da trasmissioni televisive di varia impostazione, diffuse da grandi emittenti analogiche anche in ora di massimo ascolto, come pure da emittenti satellitari e digitali, in qualche caso anche in fascia protetta (16-19) questa bolla di attrazione quasi patologica, ha assunto anche aspetti decisamente commerciali. Si accompagna infatti sia ad un mercato di figurine, pupazzi, oggetti lucidi o di abbigliamento, sia a spettacolari esibizioni di fronte a pubblici di massa.
In questo contesto si delineano alcuni profili da non sottovalutare, in conformità al principio di precauzione, pur scontando la circostanza che un certo livello di cimento fisico, con corredo di sciabole di legno o copricapi piumati, ha da sempre attratto i ragazzi senza motivare allarmi.
Il Comitato, raccogliendo piu’ indicazioni, richiamandosi ai principi desumibili dall’art. 4, comma 1, lettera b e c, e dall’art. 10 comma 1 e 2 della legge 112/04 a tutela dei minori e dalle norme di comportamento del Codice di autoregolamentazione Tv e minori, sente il dovere di segnalare i rischi potenziali insiti, a carico dei ragazzi, in programmi televisivi di wrestling:
– una mancanza di rispetto della persona umana attraverso scene di violenza (anche se solo apparente) ripetuta e ostentata;
– un incoraggiamento a pulsioni aggressive caratterizzate, quanto meno nell’apparenza, dall’assenza di regole cavalleresche, tanto è vero che si mostra chi aggredisce alle spalle, chi salta su un avversario atterrato, chi ne prende a calci persino il viso anziché aiutarlo a alzarsi, in contrasto con i canoni di una competizione sportiva (se di sport nel caso si può parlare) rispettosa dell’avversario;
– una induzione a comportamenti pregiudizievoli in relazione ad un modello proposto di aggressività spericolata e ripetuta, come appare dalle azioni spettacolari che possono spingere i ragazzi alla emulazione ludica, dilettantesca, non cattiva e tuttavia suscettibile di danneggiare sé e i coetanei, con esiti anche gravissimi, se dovessero intaccare l’area cervicale, come avvertono gli ortopedici;
– un’enfatizzazione tra ragazzi e adolescenti della prestanza muscolare e della forza fisica antagonista, come distintivo di prestigio fra i coetanei,che potrebbe rafforzare una tendenza già insidiosamente in atto;
– un anomalo afflusso di piccoli aspiranti verso centri di addestramento che si improvvisassero senza adeguate garanzie;
– un incentivo diretto o indiretto alla corsa all’acquisto di gadget.
In queste settimane il Comitato ha proceduto, oltre che ad aprire procedimenti formali, ad effettuare interventi persuasivi, diretti a limitare in via di urgenza i possibili effetti negativi di certe trasmissioni, trovando anche significative rispondenze nell’emittenza.
Ora il Comitato, riunito il 12 luglio:
– esprime piena adesione alla risoluzione n. 7 – 638 che, a proposito di wrestling, la Commissione Bicamerale per l’Infanzia ha presentato dal 30 maggio alla Camera dei Deputati per sollecitare una serie di iniziative a tutela dei minori, facendosi interprete, a livello di autorevolezza parlamentare, di esigenze largamente condivise;
– prescrive che, nell’ottica del Codice di autoregolamentazione recepito dalla L. 112/04, programmi di “wrestling” o loro “promo” di qualsiasi natura non siano diffusi da alcuna emittente nella fascia protetta (h. 16-19);
– considera indispensabile che le trasmissioni di wrestling altrimenti programmate, siano quanto meno accompagnate da avvertenze e segnali indicanti la necessità che i minori in visione siano assistiti da adulti, come pure da annunci sia verbali sia scritti, reiterati a distanza di almeno 10′, attestanti che gli acrobati-combattenti fingono di farsi male e comunque non sono mai da imitare; come del resto alcune emittenti stanno praticando con significativo impegno che deve essere proseguito ed intensificato ad evitare pericoli per i minori;
– riservandosi ulteriori interventi fa per intanto appello alle emittenti affinché rivedano responsabilmente i piani di futura programmazione, circoscrivendo nel tempo gli eventuali cicli di programmi di wrestling, in ogni caso evitando che si accentui e si cronicizzi l’attuale punta di infatuazione.
Persuaso della funzione equilibratrice del tutto fondamentale che anche in questo caso spetta alla famiglia e alla scuola, il Comitato auspica pure un vigile intervento del CONI, per assicurare che eventuali iniziative di addestramento si svolgano con le garanzie di serietà che l’organismo sportivo è in grado di assicurare.
– prescrive che, nell’ottica del Codice di autoregolamentazione recepito dalla L. 112/04, programmi di “wrestling” o loro “promo” di qualsiasi natura non siano diffusi da alcuna emittente nella fascia protetta (h. 16-19);
– considera indispensabile che le trasmissioni di wrestling altrimenti programmate, siano quanto meno accompagnate da avvertenze e segnali indicanti la necessità che i minori in visione siano assistiti da adulti, come pure da annunci sia verbali sia scritti, reiterati a distanza di almeno 10′, attestanti che gli acrobati-combattenti fingono di farsi male e comunque non sono mai da imitare; come del resto alcune emittenti stanno praticando con significativo impegno che deve essere proseguito ed intensificato ad evitare pericoli per i minori;
– riservandosi ulteriori interventi fa per intanto appello alle emittenti affinché rivedano responsabilmente i piani di futura programmazione, circoscrivendo nel tempo gli eventuali cicli di programmi di wrestling, in ogni caso evitando che si accentui e si cronicizzi l’attuale punta di infatuazione.
Persuaso della funzione equilibratrice del tutto fondamentale che anche in questo caso spetta alla famiglia e alla scuola, il Comitato auspica pure un vigile intervento del CONI, per assicurare che eventuali iniziative di addestramento si svolgano con le garanzie di serietà che l’organismo sportivo è in grado di assicurare.
Il Presidente
Dott. Emilio Rossi