(10 agosto 2020) Siamo ormai al termine della prima decade di agosto e il Ministero dello Sviluppo economico, nonostante le continue richieste degli operatori del settore, non ha ancora emanato il cosiddetto “decreto indennizzi”, lo strumento normativo previsto dall’art. 1, comma 1040, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018) come modificata dalla legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio 2019) mediante il quale devono essere stabiliti i criteri per la determinazione degli indennizzi a favore delle tv locali per il rilascio delle frequenze di trasmissione.
Mentre in occasione dei precedenti altri rilasci di frequenze, il decreto ministeriale relativo alla determinazione dei criteri, delle procedure e degli importi dettagliati previsti, è stato emanato con ampio anticipo rispetto ai termini di dismissione, in questo caso, tale decreto non è stato ancora emanato.
Tale situazione è assolutamente inaccettabile in quanto le emittenti operanti sui canali 51 e 53 Uhf nell’Area ristretta A sono state costrette da tempo a dismettere le frequenze senza avere ancora ricevuto, ad oggi, i relativi indennizzi.
In relazione a ciò, alcune emittenti hanno proposto nei giorni scorsi ricorso al Tar Lazio, per lamentare l’inerzia della Pubblica Amministrazione al riguardo.
Aeranti-Corallo reitera, pertanto, la richiesta al Ministero dello Sviluppo economico di immediata emanazione di tale decreto, con la conferma dei criteri di determinazione degli indennizzi già adottati per le misure compensative a suo tempo previste dal DM 23 gennaio 2012 (relativo alla dismissione della banda 800) e dal DM 17 aprile 2015 (relativo alla dismissione di canali ritenuti interferenti con i Paesi esteri confinanti), disattendendo eventuali ipotesi di determinazione basate sul valore delle attrezzature al netto dei relativi ammortamenti (in quanto ciò che deve essere indennizzata è la revoca dei diritti di uso delle frequenze e non le attrezzature di trasmissione, che, peraltro, al netto degli relativi ammortamenti, avrebbero valore insignificante).
Aeranti-Corallo chiede anche che vengano, contestualmente all’emanazione del decreto, riaperti i termini per la dismissione volontaria delle frequenze, prevedendo una finestra di almeno 60 giorni successivi alla data di entrata in vigore del decreto stesso. (FC)
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