22 dicembre 1999 Provvedimento n.7861 (C3702) dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato

AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO

PROVVEDIMENTO N. 7861 (C3702) DEL 22 DICEMBRE 1999 RAI-RADIOTELEVISIONE ITALIANA/EFFE EMME ITALIA

(pubblicato nel Bollettino dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, n° 51-52 del 10 gennaio 2000)

 

L’AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO

NELLA SUA ADUNANZA del 22 dicembre 1999;

SENTITO il Relatore Professor Giuseppe Tesauro;

VISTA la legge 10 ottobre 1990, n. 287;

VISTO l’atto della società RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA Spa, pervenuto in data 19 ottobre 1999;

VISTA la richiesta di parere all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ai sensi dell’art. 1, comma 6, lettera c), n. 11, della legge 31 luglio 1997, n. 249, inviata in data 16 novembre 1999;

CONSIDERATO quanto segue:

1. Le parti

RAI – RADIOTELEVISIONE ITALIANA Spa (di seguito RAI) è la società titolare della concessione del servizio pubblico radiotelevisivo. Opera mediante otto canali radiofonici e tre canali televisivi a diffusione nazionale. Nel 1998 la RAI ha realizzato un fatturato di 4.647 miliardi di lire, di cui 4.543 miliardi a livello nazionale.

EFFE EMME ITALIA Srl è una società di radiodiffusione sonora in ambito locale, operante nel territorio dell’Emilia Romagna. Il fatturato realizzato a livello nazionale nel 1998 è stato di circa 120 milioni di lire.

2. Descrizione dell’operazione

La RAI ha intrapreso una politica di acquisizioni di frequenze e dei relativi impianti radiofonici, finalizzata al rafforzamento del segnale delle proprie emittenti in modulazione di frequenza.

Nel caso di specie la RAI intende acquistare due impianti di trasmissione radiofonica da EFFE EMME ITALIA Srl, al fine di migliorare il servizio radiofonico di modulazione di frequenza nella città di Ferrara e parte della provincia e nella città di Imola.

3. Qualificazione dell’operazione

L’operazione in esame, in quanto comporta l’acquisizione del controllo di parti di imprese, costituisce una concentrazione ai sensi dell’art. 5, comma 1, lettera b), della legge n. 287/90.

Essa rientra nell’ambito di applicazione della legge n. 287/90, non ricorrendo le condizioni di cui all’art. 1 del Regolamento CEE 4064/89, così come modificato dal Regolamento CE n. 1310/97, ed è soggetta all’obbligo di comunicazione preventiva disposto dall’art 16, comma 1, della medesima legge, in quanto il fatturato realizzato a livello nazionale dall’insieme delle imprese interessate è superiore a 710 miliardi di lire.

4. Il mercato rilevante

Il mercato del prodotto

Ai fini della presente valutazione, i mercati interessati dall’operazione sono quelli della raccolta pubblicitaria destinata alla radiofonia. Tali mercati possono esser e considerati distinti, seppur contigui a quello della raccolta pubblicitaria destinata agli altri mezzi classici di comunicazione.

L’attività in questione è caratterizzata da uno stretto legame tra la quota detenuta da un’emittente sul mercato della raccolta pubblicitaria radiofonica e la percentuale di ascolti registrata. La raccolta di pubblicità da parte delle emittenti radiofoniche è infatti fortemente condizionata dal successo che ciascuna di esse riesce a ottenere presso gli ascoltatori. Le radio con elevati indici di ascolto possono garantire alle imprese che acquistano spazi pubblicitari una maggiore diffusione del messaggio pubblicitario, con la conseguenza di avere più elevate possibilità di ottenere risorse pubblicitarie. D’altra parte, la disponibilità di risorse pubblicitarie permette alle emittenti radiofoniche di acquistare programmi di successo, che consentono loro di mantenere degli elevati indici di ascolto.

La quota del mercato pubblicitario detenuta da ciascuna emittente radiofonica è dunque da considerarsi direttamente proporzionale all’indice di ascolto da essa fatto registrare.

I mercati geografici

L’ambito geografico del mercato può essere individuato con riferimento alla diffusione territoriale del messaggio pubblicitario, legato alla zona di irradiazione del segnale dell’emittente. Al riguardo, è possibile distinguere due categorie di emittenti, ossia quelle operanti a livello locale (regionale o sub-regionale) e quelle che irradiano i propri programmi sul complesso del territorio nazionale.

In conseguenza del citato legame fra gli ascolti e la raccolta pubblicitaria, appare necessario identificare mercati distinti della raccolta pubblicitaria radiofonica, relativi all’ambito nazionale e ai vari ambiti locali. Infatti, la diversa copertura territoriale del segnale differenzia il target di ascoltatori raggiungibile nei due casi e, conseguentemente, il tipo di inserzionisti che acquistano gli spazi pubblicitari radiofonici. In un caso, infatti, gli inserzionisti saranno imprese che vendono i propri prodotti e servizi sull’intero territorio nazionale, mentre nel secondo caso gli spazi pubblicitari saranno venduti, prevalentemente se non esclusivamente, a soggetti la cui attività è limitata alla zona coperta dal segnale dell’emittente locale.

La RAI, impresa acquirente degli impianti e delle relative frequenze, opera esclusivamente a livello nazionale e la sua raccolta pubblicitaria deriva dalla vendita di spazi radiofonici a inserzionisti che operano a livello nazionale. Gli impianti e le frequenze acquisiti, pur provenendo da imprese operanti quasi esclusivamente a livello locale, sono idonei a estendere e rinforzare la copertura territoriale delle trasmissioni della RAI, a incrementarne l’ascolto e quindi i ricavi pubblicitari. L’ambito geografico del mercato in oggetto deve quindi ritenersi costituito dal territorio nazionale.

Il mercato rilevante per la valutazione dell’operazione in esame risulta pertanto quello della raccolta pubblicitaria destinata alla radiofonia nazionale.

La struttura dell’offerta nel mercato rilevante

Secondo stime effettuate dalla ACNielsen Nasa, nel 1998 il valore del mercato della raccolta pubblicitaria destinata alle radio nazionali è stato di circa 427 miliardi di lire, con un incremento di circa il 20,7% rispetto al 1997. Secondo le stesse stime, il 44% dei ricavi complessivi (48,6% nel 1997 è attribuibile alla raccolta pubblicitaria della RAI.

Anche le stime che la RAI ha fornito sulle proprie quote di mercato non si discostano dai suddetti dati (45% nel 1998, rispetto al 47% del 1997), riferite a 142,2 miliardi di ricavi pubblicitari radiofonici registrati dalla RAI nel 1998.

La RAI percepisce inoltre un canone, quale corrispettivo del servizio pubblico radiotelevisivo. Gli incassi relativi al canone nel 1998 sono stati di oltre 2.400 miliardi di lire.

Va infine rilevato che, ai sensi dell’art. 8, comma 6, della legge 6 agosto 1990, n. 223, la raccolta pubblicitaria radiofonica della RAI risulta sottoposta a limiti quantitativi del 4% dell’orario settimanale di programmazione e del 12% per ogni ora (la cui eventuale eccedenza, non superiore al 2%, deve essere recuperata nell’ora antecedente o successiva). Per i concessionari privati, l’art. 8, comma 8, della stessa legge stabilisce che la trasmissione di messaggi pubblicitari radiofonici non può eccedere per ogni ora di programmazione il 18% della radiodiffusione sonora in ambito nazionale.

In base a stime elaborate dalla SIPRA, società controllata da RAI e sua concessionaria per la raccolta pubblicitaria, le quote di mercato delle principali imprese concessionarie concorrenti sono le seguenti:

Tabella 1 – Quote di raccolta pubblicitaria radiofonica nazionale

Concessionaria

Emittenti

Quota

Radio & RetiRadio Dimensione Suono, Radio Italia

Network, Lattemiele, Radio Cuore

23%

Sper-ManzoniRadio Deejay, Cnr, Radio 101

12%

99 PubblicitàRadio Studio 105, Radio Montecarlo

12%

Open SpaceRTL 102, Radio Kiss Kiss

8%

 

Fonte: stime SIPRA

Nella tabella 2 sono riportati i risultati per il periodo 10 aprile – 18 giugno 1999 – relativi alle quote di ascoltatori registrate dalle maggiori emittenti radiofoniche a diffusione nazionale, rapportate all’ascolto medio giornaliero, così come rilevato dal campione Audiradio.